Il Coordinamento Regionale Controvento e diverse associazioni ambientaliste hanno organizzato questa mattina 11/12/2024 un sit-in molto comunicativo, colorato e arricchito di musica della tradizione calabrese dinnanzi il Tar Calabria dove in mattinata era attesa la discussione su due ricorsi relativi all’installazione di nuovi impianti eolici a San Vito sullo Ionio nel catanzarese e di Serra la Capra Acri (Cs) nel cosentino. I movimenti sono scesi nuovamente in piazza per sostenere le ragioni del No alla realizzazione di altri progetti per la produzione di energia rinnovabile suscettibili di causare danni al patrimonio naturalistico calabrese. Presenti alla manifestazione il sindaco di Petrizzi (Cz) Giulio Santopolo e Domenico Donato sindaco di Chiaravalle (Cz).
I punti forti della manifestazione di questa mattina sono l’importanza di queste aree di grande importanza naturalistica, paesaggistica non tralasciando che la devastazione arborea necessaria per l’attraversamento di questi mostri di acciaio per la realizzazione di nuovi impianti industriali di produzione elettrica (NON CHIAMIAMOLO PARCHI) portano alla cementificazione di vaste aree del nostro entroterra che aumentano l’impermeabilizzazione di un suolo purtroppo già compromesso dal continuo abbandono delle terre.
Le parole d’ordine di tutte le azioni di Controvento Calabria sono semplici ed immediate da recepire:
· Consumo di suolo zero pratica da attuare prioritariamente
· Stop agli incentivi statali che tra l’altro incidono sulle bollette dei cittadini senza i quali non esisterebbero questi progetti.
· Utilizzare le superfici già compromesse, come suggerito da Ispra, ovvero che vengano tetti al di fuori dei centri storici, gli edifici pubblici statali o privati e capannoni dismessi bonificati da eventuali materiali pericolosi per la salute umana.
· Energia pubblica come pubblica dovrebbe essere l’acqua
Il Coordinamento Regionale Controvento è scettico riguardo la proposta di legge attesa alla discussione del Consiglio regionale che prevede l’individuazione di aree idonee alla realizzazione di nuovi impianti. Serve una rigenerazione se vogliamo seriamente affrontare la crisi ecologica. Abbiamo bisogno di recuperare suoli e non di consumarne altro. I nostri territori, come molti altri nel meridione d’ Italia (Definito da questo governo territori sacrificabili) sono lentamente condannati alla DESERTIFICAZIONE. I pascoli, i campi di frumento nei territori alti rischiano di scomparire e insieme a loro coloro che da sempre si sono fatti garanti della conservazione: pastori e contadini, per povertà e per la logica stringente del mercato vendono i terreni a procacciatori di suoli al servizio delle multinazionali ed affaristi locali vestiti da tricolori sbiaditi.
L’energia si deve fare ma tenendo conto delle peculiarità dei territori, lo dice Ispra. Nelle ultime relazioni si raccomanda di non produrre energia consumando altro suolo. Ci sta un’area grande quanto l’Umbria per raggiungere l’obiettivo energetico del 2030. Chiediamo di rendere area idonea solo quella già compromessa e non quella che ci può consentire di affrontare la crisi ecologica. Il suolo libero dal cemento deve essere lasciato libero. Attendiamo fiduciosi i risultati della audizione di questa mattina e avremo modo di comunicare alla redazione gli esiti.
RINNOVABILI SI’ MA NON COSI’









