C’è voglia di Pd (di Pino Tassi)

C’E’ VOGLIA DI PD

di Pino Tassi 

C’è  voglia di Pd. Come al solito quando il Pd svolge il suo congresso spuntano le malelingue a lanciare accuse infamanti di tessere gonfiate e di imbrogli. Come al solito si lanciano accuse infamanti verso il Sud e la Calabria.

A Cosenza si raddoppia il tesseramento, anzi di più, si passa da 1600 iscritti a 4 mila. Nel Vibonese anche, a Reggio nulla si dice e nulla si sa. Per fortuna che il segretario regionale Irto, nonché senatore, smentisce gli infamoni e ci rassicura. Siamo nella media nazionale, non c’è un caso Calabria. Infatti dalla Campania ci arrivano casi emblematici di sana politica, a Salerno si iscrivono pure i ciucci che volano, a Caserta si passa da mille iscritti a 6 mila, a Napoli siamo a 7 mila e gli infamoni ne vogliono cancellare mille. In Puglia spunta dalla sera alla mattina un circolo con 600 iscritti, come i funghi. E l’elenco potrebbe allungarsi a dismisura. E per fortuna che questo è il primo congresso senza correnti e senza padroni delle tessere.

Però gli infamoni insistono, le merdacce dicono che a Cosenza centinaia di tessere sono state pagate da un solo conto corrente, che la Federazione di Salerno ha fatto un bonifico di 42 mila euro. E poi c’è il fattaccio, non viene data la tessera a Mario Oliverio, com’è possibile? La Calabria segue con fiato sospeso la querelle. Per questi infamoni era meglio quando il Pd era un porto di mare e  le tessere non si pagavano per nulla. Hanno sempre da ridire.

Tutta invidia, e lo dice uno che quando c’erano i congressi del Pds e dei Ds aveva il vizio di rompere i maroni con accuse assurde. A Serra San Bruno ci sono più tessere che voti. All’ultimo congresso Ds di Vibo nel 2007 portarono a votare un centinaio di stagisti di una cooperativa poi fallita miseramente. E quei poveri ragazzi si sono trovati iscritti ai Ds e disoccupati. Solo oggi, dopo un decennio, faccio mea culpa pubblica. Mea culpa, mea culpa, mea grandissima culpa. Tutta invidia, infatti da allora i Ds prima e il Pd dopo hanno vissuto un grande futuro.

A tutte queste belle anime che urlano e strillano verrebbe da dire, ma siete grandi e grossi ed è mai possibile che ancora credete ai ciucci che volano, tipo al congresso senza capi correnti e amenità simili? Lasciate che a queste cose ci creda la Schlein che si è appena riscritta, sempre se a gonfiare sono i supporter di Bonaccini.

La verità vera è una sola: in Italia c’è una specie di languorino, una voglia di cose nuove o vecchie. Ambrogio, c’è voglia di Pd. I sondaggi lo dicono, la crescita è imperiosa, si avvicina il 28 febbraio, tutti siamo in fremente attesa per l’esito finale. Bonaccini o Schlein, ah… saperlo…saperlo.

Quasi quasi, faccio come Giarrusso, e mi iscrivo per la prima volta al Pd e vado a votare alle primarie. Pazzo si, ma scemo mica tanto.

PS: Vedo che il Pd si è appropriato della sede storica del Pci a Vibo Valentia. Non si sa come abbia fatto, sappiano i dirigenti e gli iscritti di oggi che quella sede fu acquistata con il contributo degli iscritti del Pci a fine anni Settanta. Per acquistarla ogni compagno fece sacrifici mettendo mano a stipendi e risparmi miseri. E in più artisti come Enotrio e Reginaldo D’Agostino regalarono quadri e sculture che messi all’asta contribuirono all’acquisto della sede. Almeno che mettessero una targa ricordo in loro onore e di tutti gli iscritti al Pci del tempo.