C’era una volta l’onestà: tutte le accuse mosse al grillino Tucci e le sue parentele “pericolose”

L’arroganza e la presunzione di soggetti come tale Riccardo Tucci da Vibo Valentia, che si ritrova deputato del M5s senza neanche sapere come, ha superato abbondantemente ogni limite. Soltanto a gennaio scorso questo soggetto era finito praticamente in mutande sotto il profilo politico per una “rovinosa” inchiesta della procura di Vibo che lo ha costretto persino all’autosospensione ma che non ha fermato il suo delirio di onnipotenza, che oggi si manifesta prima con l’assurdo appoggio alla candidatura a presidente della Regione della pupilla di Boccia (ricordate l’imprenditrice Ventura?) imposta a quel gran paraculo che sta dimostrando di essere Conte nella gestione della vicenda calabrese, del quale Tucci, il grillino intrallazzato, vorrebbe addirittura essere referente. E adesso con l’appoggio alla sedicente scienziata proposta dallo stesso Boccia in combutta con Madame Fifì. E allora eccoci pronti a scoperchiare definitivamente il pentolone su questo sedicente signor Tucci, sperando vivamente di togliercelo finalmente dalle palle.

Attraverso false fatture avrebbe alimentato un “sistema” di evasione. Nella cooperativa, oltre al cugino del deputato, figurava pure la compagna i cui stretti congiunti sono ben noti alle forze di polizia. I particolari di un’inchiesta che finisce anche sul tavolo della politica. 

Fonte: Il Vibonese

Dichiarazioni fraudolente per evadere le imposte aumentando i costi. Questa l’ipotesi di reato contestata, attraverso due capi di imputazione, dalla Procura di Vibo al deputato del Movimento Cinque Stelle, Riccardo Tucci, sulla scorta delle indagini condotte sul “campo” dalla Guardia di finanza. In particolare, Riccardo Tucci nella sua qualità di legale rappresentante della cooperativa “Assistenza Servizi telematici satellitari” sino al 19 marzo 2018, “al fine di evadere le imposte aumentando i costi da portare in deduzione del reddito e in detrazione dell’imposta sul valore aggiunto, dopo aver fatto annotare nella contabilità della società una fattura del 10 marzo 2015 emessa dalla Autolettrosat srl, relativa ad operazioni oggettivamente inesistenti, la utilizzava nelle dichiarazioni delle imposte dirette e dell’Iva dell’anno 2015 ed in tal modo – rimarca il gip – evadeva le imposte per un ammontare pari a 9mila euro”. Il reato porta quale luogo di commissione Vibo Valentia in data 19 settembre 2016.

Per quanto riguarda, invece, il secondo capo di imputazionedal 31 ottobre 2014 al 28 febbraio 2018 “con una pluralità di azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in qualità di legale rappresentante della “Assistenza Servizi telematici satellitari” sino al 19 marzo 2018al fine di consentire l’evasione delle imposte sui redditi e sull’Iva alla Autolettrosat srl”,Riccardo Tucci emetteva una serie di fatture che per gli inquirenti sono relative “ad operazioni oggettivamente inesistenti per un ammontare” così diviso: anno 2014 euro 18.300,00, anno 2015 euro 222.400, anno 2016 euro 204.600,00 euro, anno 2017 euro 219.600,00, anno 2018 euro 36.600,00.

Fra gli indagati, per contestazioni simili, anche Adriano Tucci, 37 anni, di Ionadi, cugino del deputato Riccardo Tucci. In questo caso i reati sarebbero stati commessi dal 30 marzo 2018 al 28 febbraio 2019. Adriano Tucci avrebbe ereditato la cooperativa una volta che il cugino Riccardo è volato in Parlamento. A lui (Adriano Tucci) la Guardia di Finanza, in esecuzione del decreto del gip del Tribunale di Vibo, Marina Russo, ha notificato un decreto di sequestro per 19.200 euro. Peggio ancora è andata all’ex socio di Riccardo Tucci, ovvero Vincenzo Schiavello, 48 anni, di Vibo Valentia, che si è visto notificare un decreto di sequestro per più di 775mila euro e l’interdizione di 12 mesi per l’attività di impresa.

Il pm Concettina Iannazzo

LA GENESI DELL’INCHIESTA

Tutto parte da un’indagine sugli adempimenti tributari della Autoelettrostat. La Guardia di finanza si è così trovata dinanzi ad una Autoelettrostat srl di Vincenzo Schiavello operativa, ad una Autoelettrostat dello stesso Vincenzo Schiavello cessata e ad una cooperativa Autoelettrostat di cui Riccardo Tucci era socio (all’epoca degli accertamenti in liquidazione), e un’ultima cooperativa sociale, costituita proprio daRiccardo Tucci che ne è stato amministratore unico dalla fondazione al dicembre 2018 e poi passata al cugino Adriano Tucci.  [Continua in basso]

Per gli inquirenti ci si trova dinanzi alla stessa realtà imprenditoriale costituita da quattro diversi soggetti economici, facenti capo a Vincenzo Schiavello, al fine di ottenere negli ultimi dieci anni un risparmio di spesa di imposta per oltre un milione di euro, con conseguente evasione delle tasse.  Le cooperative avrebbero fatturato prestazioni per servizi inesistenti, mentre la Srl – l’unica che avrebbe operato realmente – avrebbe emesso fatture per l’utilizzo di locali e attrezzature “fonte di costi non dovuti per le società cooperative e di crediti fittizi inesistenti” ma utili per compensare i debiti di imposta.

Il procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo

LA LIQUIDAZIONE DELLA COOPERATIVA DI TUCCI E LA COMPAGNA FRA I SOCI

La cooperativa “Autoelettrosat” in liquidazione è stata costituita il 9 marzo 2011 da Luigino Schiavello (nominato amministratore unico), da Vincenzo Schiavello e da Riccardo Tucci ed ha cessato l’attività nel 2017 venendo formalmente cancellata dal registro delle imprese il 25 giugno 2018. Fino a tale data la società ha avuto sede legale, domicilio fiscale e luogo di esercizio a Vibo Valentia in contrada Colamazza ed ha esercitato servizi di verifica e controllo dell’installazione e disinstallazione di apparecchiature elettroniche, controllo di qualità e certificazione di prodotti. Oltre a Domenico Garcea, 36 anni, di Ionadi (amministratore unico dal 30 giugno 2016 in sostituzione di Luigino Schiavello), indagato, ed a Riccardo Tucci, dal decreto del gip si ricava che figurava tra i soci cooperatori pure “Stella Franzone”, ovvero l’attuale compagna di Riccardo Tucci che non risulta – è bene sottolinearlo – indagata nell’inchiesta.[Continua dopo la pubblicità]

LE PARENTELE “SCOMODE” DI TUCCI ATTRAVERSO LA COMPAGNA

Fermo restando che la responsabilità penale nel nostro ordinamento è personale e che i legami parentali possono anche lasciare il tempo che trovano, va comunque segnalato – per dovere di informazione – che il padre di Stella Franzone (attuale compagna di Riccardo Tucci), ovvero Nicola Franzone, è un volto noto alle forze di polizia in quanto è stato arrestato il 18 luglio 1994 per usura ottenendo i domiciliari il 4 agosto 1994 e la rimessione in libertà il 15 novembre 1994. Il 7 giugno 2001 è stato affidato in prova ai servizi sociali. Nicola Franzone è inoltre fratello di Domenico Franzone, 64 anni, di Vibo Valentia, alias “Chianozzo”, condannato il 29 dicembre scorso nell’operazione ‘Mbasciata a 4 anni per concorso in estorsione ai danni di due imprenditori che stavano eseguendo dei lavori fognari a Vibo. Domenico Franzone – oltre ad essere stato condannato in via definitiva per associazione mafiosa a 12 anni nell’operazione “Nuova Alba” contro il clan Lo Bianco – attualmente si trova detenuto per l’inchiesta Rinascita-Scott per rispondere sempre di associazione mafiosa (clan Lo Bianco) per un arco temporale differente da quello per il quale è già stato condannato in “Nuova Alba”. Dagli atti delle inchieste si ricavano inoltre diversi “controlli” sul territorio a Vibo fra i due fratelli Franzonepadre e zio della compagna del deputato del Movimento Cinque Stelle Riccardo Tucci, alle prese ora con l’inchiesta della Guardia di Finanza (Nucleo di polizia economico-finanziaria di Vibo Valentia, guidato dal Maggiore Giuseppe Froio) – coordinata dal procuratore di Vibo Camillo Falvo e dal pm Concettina Iannazzo – da cui si è ieri dichiarato estraneo ed intenzionato a dimostrare la propria innocenza.
Indubbiamente, però, l’inchiesta finisce per avere anche risvolti politici, atteso che il deputato vibonese Riccardo Tucci è stato sinora uno dei delegati dei Cinque Stelle per le “trattative” con le altre forze politiche in vista delle imminenti elezioni regionali in Calabria… 

E a quanto pare nonostante l’autospensione lo è ancora, al punto che adesso vorrebbe addirittura ergersi a referente di Conte. Cose da pazzi!