Cetraro. Cesareo sbraita contro Aieta ma demolisce… Occhiuto e mette in crisi il Gallo cedrone
In questi giorni a Cetraro si sono cantate le messe. Ci sono stati confronti televisivi, in piazza e a distanza tra Aieta e Del Trono. Tutto in un clima da convento di Suore Orsoline. Del Trono che dice ad Aieta di essere un oratore e di essere onorato di aver fatto con lui l’assessore, e Aieta che dice di Del Trono che è suo amico e che é un galantuomo. Aieta, che é un furbacchione, vuole tenere il clima elettorale sonnolento sperando che ad infiammarlo ci pensino i suoi avversari. Poi, se arriva un altro fotomontaggio con la sua immagine vestito da Santo dei Bugiardi sa di ricevere più voti.
Del Trono fa quel che può per arrivare svelto svelto al 26 maggio per evitare gli imbarazzi che quelli della sua lista gli stanno creando in queste ore. L’ultima che hanno combinato in ordine di tempo è stato l’attacco violento ai danni del commissario prefettizio nominato dopo lo scioglimento del consiglio comunale che ha mandato a casa l’ex sindaco Cennamo sfiduciato da Forza Italia, cioè il partito di Del Trono di cui è stato protagonista Tommaso Cesareo.
L’attacco al commissario Passerotti non è tanto sui seggi elettorali trasferiti, quanto sulle ombre dei rimborsi economici ricevuti dal Commissario e denunciati in una pec resa pubblica da Giuseppe Cesareo, candidato nella lista di Giovanni Del Trono. Cesareo (Giuseppe) scrive al Commissario Passerotti con tono da inquirente: “Da ultimo, colgo l’occasione per invitarLa formalmente a rendere pubblici i costi sostenuti dal Comune per le Sue missioni da e per il Suo paese di origine verso Cetraro, con particolare riferimento ai fine settimana. Mi sono giunte, infatti, segnalazioni secondo le quali alcune di tali trasferte, non strettamente riconducibili ad esigenze di servizio, sarebbero state coperte con fondi comunali, configurando un utilizzo delle risorse pubbliche che necessita, quantomeno, di un accertamento puntuale e trasparente”.
Ma questo Cesareo (Giuseppe) ne combina una al giorno. Sembra un tribuno della plebe e poi si scopre che parla a 7 o 8 persone. È capitato che qualche sera fa in un delirio generale ha raccontato di quando alcuni cittadini attendevano una tac e per difendere il diritto di quei cittadini stava per prendere a schiaffi il primario, Antonio Lopez. Apriti cielo! Per non parlare dell’altro Cesareo (Vincenzo) che in un comizio ha dichiarato che “nei nostri ospedali si entra vivi e si esce morti”.
Che faccia tosta! A Cetraro tutti sanno che per 30 anni la sanità del Tirreno ha avuto solo un nome: Vincenzo Cesareo, plenipotenziario direttore dello spoke Cetraro-Paola che ha esposto questi ospedali a figure barbine sui programmi televisivi nazionali.
Ma non è finita qui. Il Gallo cedrone, ormai in mano a Tommaso Cesareo dopo che lo ha preso letteralmente a pesci in faccia quando ha mandato a casa Cennamo, ha avviato l’espulsione della sua ex pupilla Barbara Falbo. La cosa strana però sta nel fatto che il Gallo cedrone si sarebbe dovuto autoespellere quando ha chiesto a Forza Italia di sostenere un sindaco del Pd. Ecco perché in Calabria non si andrà mai avanti, perché la classe dirigente è composta da queste mezze calzette.
Ma Cetraro, che ricordiamo è la città del compianto Giannino Losardo, la figura più imbarazzante la sta facendo l’ex sindaco Cennamo. Lui, ex sindaco del Pd, non solo è andato alla presentazione della lista del centrodestra applaudendo Pasqualina Straface che demoliva il centrosinistra in consiglio regionale, ma addirittura sostiene la lista di centrodestra dei Cesareo. Se la Falbo viene espulsa, quando il Pd espellerà Cennamo? Mai! Perché né la Falbo né Cennamo saranno espulsi mai.
In questo vortice c’è lui, Peppino Aieta, che sta conducendo una campagna elettorale da Carmelitano Scalzo. Sa, furbacchione com’è, che se si fa trascinare nella polemica perde consensi. E quindi scrive post anglosassoni, quasi da convento francescano. A Cetraro tutti sanno che Peppino Aieta sarà il nuovo sindaco di Cetraro ma molti vorrebbero che a questi che parlano senza mai guardarsi allo specchio gliele cantasse.
Invece lui che fa? Porge l’altra guancia sperando che nel finale della campagna elettorale Cesareo e company ne combinino un’altra delle loro. Dalla cittadella regionale, intanto, silenzio assoluto. Roberto Occhiuto su Cetraro non si fa né sentire né vedere. Non vuole imbarazzi e se ne sta lontano. D’altra parte, molti suoi consiglieri regionali sostengono Aieta per indebolire il Gallo cedrone. Nel centrodestra calabrese è iniziato il regolamento dei conti per cui tutto fa brodo.
A questo si aggiunga che i veri oppositori di Occhiuto sulla sanità sono proprio i fratelli Cesareo che gliene stanno cantando di tutti i colori. Insomma, a Cetraro nun si capiscia nenti!