Cetraro, falsi precari all’ASP: c’è anche il nipote di Ermanno Cennamo, capogruppo del PD

La "gatta morta", il baccalà spugnato e il signor Cennamo

I grandi e corrottissimi media di regime non vedevano l’ora di far calare la sordina sul brutto affare dei falsi precari assunti dall’ASP di Cosenza su mandato della politica corrotta. Due articoletti, neanche un cenno ai Nicola Adamo, ai fratelli Cinghiale, a don Magorno, Giulio Serra e a tutti i sindacalisti corrotti che hanno inserito i loro raccomandati nell’elenco e via… col tango.

Oggi ci è arrivata in redazione questa nota che non esitiamo a pubblicare, tutelando chi ce l’ha mandata (del quale sappiamo nome e cognome).

Cuai Gabriele,

sono contento della scoperta della maxi truffa dei falsi precari ASP. Vorrei però farti notare che la lista è stata aggiornata.

Hai fatto caso che nell’ultima pubblicata in un sito che deve avere fonti “segrete” (scherzo ma non troppo) c’è un nuovo nome?

Si tratta di GIOVANNI CENNAMO, che nelle liste che tu pubblichi su Iacchite’ non è presente.

Lui è il nipote di Ermanno Cennamo, esponente del PD, ex vicesindaco del Comune di Cetraro nonché attuale consigliere comunale di opposizione e capogruppo del PD.

Come mai prima non c’era e adesso sì? So che prenderai in considerazione questo mio scritto e allora ti prego di fare tutto senza dire che ti ho inviato questa mail.

Lettera firmata

Caro amico, in effetti sapevo che alla lista dei 133 in mio possesso erano stati aggiunti altri due clienti. Il motivo è semplice: i 133 clientes et parentes erano diventati 135 e non era per niente facile capire chi erano i due “nuovi”.
A quanto mi risulta, questo Ermanno Cennamo sarebbe un politico vicino all’ex senatore Franco Covello detto “Caciocovello” ma non sono ancora sicurissimo di questa circostanza e attendo altri particolari. Anche se la foto che pubblichiamo con la “gatta morta” (Stefania, la figlia di Covello) e quel baccalà spugnato di Minniti è abbastanza eloquente.
Ti ringrazio per il coraggio. E aspetto anche di sapere chi è l’ultimo “raccomandato”.
g. c.