Alessandro era un sognatore. Sognava ad occhi aperti. Perché lui i sogni voleva guardarli in faccia. Sognava da sveglio quello che il sonno della ragione collettiva non poteva più dargli: la Verità. Alessandro sognava la Verità. E per tutta la sua esistenza l’ha inseguita, cercata, affrontata, arrivando quasi a toccarla, senza, però, mai raggiungerla. E senza darsi mai un attimo di tregua. Perché la Verità rende gli uomini liberi, diceva, e affermarla è un atto rivoluzionario. Solo la Verità può svelare le bugie che ingabbiano le coscienze e liberare l’umanità dal “mantello della menzogna” che da secoli la opprime: è compito della ragione – che dobbiamo esercitare con forza – porre un limite invalicabile tra ciò che è oggettivamente vero da ciò che l’uomo tende a nascondere per mero egoismo e convenienza. Era questo il sogno di Alessandro che di “ragione” nelle sue tante Verità raccontate, ne aveva da vendere. Sognava un mondo vero, dove la Verità appartiene a tutti, sempre, anche quando è scomoda, anche quando fa paura e non tutti sono disposti ad accettarla. Fuggire non serve, diceva, perché prima o poi, con la Verità, così come con la morte, tutti dovremo farci i conti. Che la Terra ti sia lieve.