Ciao Roberto, non dimenticherò mai la tua “sputtenti” ironia

La prima cosa che mi è venuta in mente, guardando la foto di Roberto apparsa, come un fulmine a ciel sereno, su un post Fb che ne annunciava la morte, è stata la sua vivace, acuta, arguta e sputtenti ironia. Con lui, insieme a tanti altri, ho vissuto gli anni della mia, sua, fanciullezza, e della mia e sua giovinezza, nella città vecchia degli anni ‘70, ’80, e ‘90. Gli anni più belli della vita di ognuno di noi, la gioventù. Impossibile dimenticarli. Nel bene e nel male. Le ragazzate, le sfide, le scoperte, le esplorazioni, restano scolpite nei ricordi di ognuno, così come è difficile dimenticare la realtà difficile di quegli anni. Che poco pesavano, però, sulle forti spalle della nostra gioventù. La giovinezza si sa, rende tutto, a volte con leggerezza altre con incoscienza, possibile. Laddove le mamme e i papà vedono confini, i figli vedono “infiniti orizzonti”, che noi, ragazzi di quartiere, volevamo raggiungere. Un orizzonte che Roberto, prima con le sue bici, e poi con i suoi motorini super truccati, non ha mai smesso di inseguire. Ma nessuno può raggiungere l’infinito, e questo lo capisci solo quando diventi uomo, quando diventi padre, come lo era Roberto, e l’orizzonte di un tempo diventa un dolce confine dentro il quale custodire e proteggere l’infinito amore per la famiglia.

Di Roberto mi ha sempre colpito il sorriso beffardo che sapeva opporre alle avversità della vita. La sua risata seppelliva ogni tristezza, lasciando spazio ad una tenacia che non ammetteva passi indietro, all’occorrenza, sapeva menar le mani. Roberto sapeva sbeffeggiare l’ostilità come nessun altro, con un’ironia degna della “migliore poesia burlesca”.  Prendere in giro la vita, la sua passione, ma anche la sua forza. Saper trovare sempre una soluzione, anche alle avversità del fato, la sua più grande dote. Una dote che Roberto ha saputo trasformare nel suo orizzonte: la sua famiglia. Potrei raccontare migliaia di aneddoti sul giovane Roberto, spesso in combutta nelle sue marachelle con “Pialletta”, ma non voglio distaccarmi dall’idea e dall’immagine che mi è apparsa stamattina nella mente non appena ho appresso questa triste notizia: Roberto che sfodera il suo beffardo e ironico sorriso, anche di fronte alla morte.

A Pina, Domenico, Margherita, Daniela e Angiuluzzu, le mie, e di tutta la redazione, più sentite condoglianze.

Michele Santagata