Clinica San Bartolo-Misasi: il braccio di ferro di Natale tra i Morrone e i dipendenti

La voce ormai è dilagata. Non c’è anima che gira all’interno della clinica San Bartolo-Misasi che non sappia la parola d’ordine: la famiglia Morrone avrebbe incassato 2 milioni di euro derivanti da lodi arbitrali per il famoso extrabudget.

In quella clinica ci sono molti dipendenti che, a causa del concordato chiesto ed ottenuto dal Tribunale, hanno un sacco di soldi “congelati”. Questi dipendenti hanno chiesto di avere prima di Natale almeno 500 euro ciascuno degli stipendi che sono tuttora congelati.

La risposta della proprietà è stata che si deve fare richiesta al Tribunale.  Poi hanno chiesto un acconto del mese corrente e l’amministratore Nicola Chiarelli ha detto che non se ne parla proprio.

Eppure i Morrone devono ringraziare i dipendenti se la clinica è ancora in piedi, visto che è passato quel contratto farlocco che vale solo per le RSA e non certo per una clinica riabilitativa. Anche questa volta un segretario regionale dell’Ugl, di cognome Di Cunto, ha firmato senza il parere dei dipendenti.  Mentre Sconosciuto ha dato le sue dimissioni forse capendo in quali casini si è andato a ficcare.

Inoltre, se non si possono toccare i soldi: perché continuano le assunzioni nella Cooperativa Sant’Anna?  Ed è vero che gli ultimi tre assunti alla Misasi con contratto di collaborazione sono la figlia di Giancarlo Morrone (fratello di Ennio), la figlia dell’amministratore Chiarelli e la nuora di Falbo, socio della San Bartolo? E se è vero, come mai il Tribunale lo permette?