Colpo alla ’ndrina Paola-San Lucido: inflitti duecento anni di carcere

Duro colpo ai clan del Tirreno cosentino: condanne pesanti nell’inchiesta “Affari di famiglia”. È arrivata ieri pomeriggio la sentenza che chiude, almeno in primo grado, uno dei più complessi procedimenti giudiziari contro la criminalità organizzata del litorale tirrenico. Gli imputati coinvolti nell’inchiesta della Dda di Catanzaro sono stati giudicati con il rito abbreviato dal Gup del Tribunale di Catanzaro, Luca Bonifacio che ha accolto quasi tutta la linea dell’accusa: Andrea Alò 9 anni, Gianluca Arlia 20 anni, Luciano Bruno 13 anni e 5 mesi, Fabio Calabria 20 anni, Pietro Calabria 20 anni, Raffaele Conforti 9 anni e 3 mesi, Eugenio Filippo 1 anno e 5 mesi, Eugenio Logatto 20 anni, Gabriele Molinaro 18 anni e 6 mesi, Vincenzo Senatore 1 anno e 6 mesi, Andrea Tundis 20 anni, Emanuele Tundis 9 anni, Cristian Vommaro 1 anno e 4 mesi, Giovanni Vattimo 1 anno e 4 mesi, Roberto Porcaro 13 anni e 8 mesi, Giuseppe Calabria 18 anni, Patrizia Vilecco 6 anni, Giuseppe La Rosa 3 anni e 1 mese. Sono invece stati assolti Federica Tundis, Davide Vommaro e Luca Mandarino. Affari di famiglia procede in primo grado per rito ordinario anche in Tribunale a Paola.

Sono 37 le persone che sono state raggiunte nel maggio 2023 da ordinanze di custodia cautelare del Gip distrettuale di Catanzaro, Giuseppe De Salvatore, su richiesta del procuratore Nicola Gratteri, dell’aggiunto Capomolla e del pm Romano Gallo. Diciotto le persone finite in carcere con l’accusa di far parte di un’associazione mafiosa riconducibile alle famiglie dei clan Tundis e Calabria. La chiusura indagini nel 2024 ha poi portato al coinvolgimento in totale di 53 persone. Dalla stessa sono uscite fuori due imprenditori. Non è chiaro se la complessa attività di indagine avviata porterà a un altro stralcio.

L’inchiesta è frutto di una capillare attività dei carabinieri della Compagnia di Paola nei confronti degli imputati coinvolti non solo nel traffico di droga ma anche in innumerevoli atti intimidatori avvenuti nel tempo sulla costa tirrenica cosentina da Paola e San Lucido fino a Longobardi… Un clan familiare, come suggerisce il nome dell’operazione, in grado di esercitare un capillare controllo sociale ed economico sul territorio. Le accuse formulate a vario titolo dagli inquirenti sono quelle di associazione mafiosa, estorsione, tentata estorsione, narcotraffico, porto e detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, aggravanti mafiose. Nell’inchiesta è finito anche il cosentino Roberto Porcaro così come è rimasto invischiato anche un ex consigliere comunale di maggioranza di Paola, Alessio Samà, attualmente a processo in rito ordinario a Paola. Fonte: Gazzetta del Sud