Evidentemente quello che scriviamo è vero. E nonostante le accuse di essere una macchina del fango, così come ha sostenuto la giunta del Comune di Tortora all’indomani della pubblicazione di un nostro articolo su un imbarazzante appalto – assegnato ad una società denominata Good Food Productions Sas di Filippo Matellicani per la fornitura di pasti alla locale refezione scolastica per circa 80.000 euro – lo stesso è stato revocato.
Avevamo scritto testualmente “… dell’amministrazione comunale di Tortora, con a capo l’attuale sindaco Pasquale Lamboglia (nonché consigliere provinciale eletto con Occhiuto), fa parte un certo Filippo Matellicani, vicesindaco e assessore al Bilancio, grande amico politico di Jole Santelli.
Il duo Lamboglia-Matellicani, fedelissimo al duo Santelli-Occhiuto, il 26 settembre scorso ha affidato un appalto di refezione scolastica di circa 80.000 euro ad una società denominata Good Food Productions Sas di Filippo Matellicani, cugino dell’omonimo assessore.
Come dice chiaramente la determina. Voi direte che c’è di male? Niente, anche perché dare un appaltino ad un parente è cosa normale da noi, se non fosse che proprio Filippo Matellicani, titolare della ditta vincitrice dell’appalto, risulta arrestato nell’operazione Frontiera con l’accusa di essere organico alla cosca Muto. Il Matellicani è accusato di associazione mafiosa e di essere uno degli uomini di punta del clan, nonchè principale referente dello spaccio di droga nella cittadina di Praia a Mare, confinante a Tortora…”.
Dopo questo articolo, non ti dico le invettive contro di noi, come dicevo, in testa il sindaco di Tortora e l’assessore parente dell’indagato. Gli stessi che ieri, su suggerimento del Prefetto, hanno revocato questo appalto.
Evidentemente anche la DDA è intervenuta “consigliando” il sindaco di revocare l’imbarazzante appalto. Ed è altrettanto evidente che alla fine, nonostante le resistenze, la stessa giunta del Comune di Tortora è stata costretta a prendere atto della gravità della situazione definita dal Prefetto e di cui loro erano a perfetta conoscenza , revocando l’appalto in questione. Ovviamente tutto senza scrivere due righe di scuse alla nostra testata.