Copasir, ovvero Comitato parlamentare soffiate irresponsabili

(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – “L’allarme dei Servizi: ‘In tv opinionisti a libro paga di Putin’”. Davanti a questo titolo, apparso ieri su Repubblica, qualunque italiano amante del proprio Paese, della democrazia e della Costituzione farebbe un salto sulla sedia dall’indignazione. Io l’ho fatto. Nell’articolo c’è scritto che “dietro la presenza di opinionisti stranieri nei talk show italiani non ci sarebbe soltanto il giornalismo. O il caso”. Bensì “un’operazione di disinformazione organizzata e pensata a monte da uomini del governo russo”. Chi sostiene questa gravissima accusa nei confronti dei nostri talk show? “È il sospetto del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica”, che nei prossimi giorni ascolterà i responsabili della intelligence e l’ad della Rai, Carlo Fuortes. Fuori i nomi. C’è “Nadana Fridirkhson, presenza fissa in alcuni programmi (è stata recentemente a CartaBianca) che lavora per la tv del ministero della Difesa russa”. Analoghe informazioni riguardano “almeno altre tre persone”. Un diabolico meccanismo “perché se da un lato c’è Mosca che decide messaggi e volti, dall’altra c’è anche chi gli opinionisti li sceglie e li invita. C’è qualcuno, magari in ambasciata , che offre i contatti? C’è una regia?”.

E come mai le due interviste andate il 1º maggio in prima serata, “quella al ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov (Rete4) e quella al giornalista amico di Putin, Vladimir Solovyev (La7)”? Non occorreva certo il Copasir per sapere che Fridirkshon, in quanto in servizio al ministero della Difesa viene pagata dal governo russo. I “sospetti” del Copasir si concentrano invece sulle trasmissioni di Rai3, Rete4 e di La7 e, ovviamente, su chi le conduce: Bianca Berlinguer, Giuseppe Brindisi e Massimo Giletti. Che, seguendo la logica stringente del Copasir, o sono strumenti inconsapevoli di Putin (una volta si chiamavano utili idioti), oppure molto ma molto peggio fanno parte di una “regia”. A questo punto s’impongono un paio di domande. A che titolo un’istituzione parlamentare si permette di alzare un venticello calunnioso su emittenti e giornalisti senza esibire uno straccio di prova, ma solo anonime congetture? Siamo forse al metodo detto della merda del ventilatore, che sparge veleni per minacciare e intimidire l’informazione televisiva tutta? Non sarebbe opportuno che il Parlamento stesso avviasse una rigorosa indagine su eventuali traffici di fake news all’interno del Copasir (d’ora in poi Comitato parlamentare soffiate irresponsabili)?