Flavio Stasi avvia la sua campagna elettorale a Corigliano-Rossano, piazza Salotto, sotto la pioggia, esattamente come 5 anni fa. Sempre con tanta gente al seguito, al contrario della sua avversaria, che ha fatto flop di presenza a piazza Le Fosse.
Stasi è sicuro che il risultato sarà lo stesso di 5 anni fa, anzi migliore. L’esperienza amministrativa l’ha reso ancora più battagliero ma anche più consapevole del cammino fatto e di avere creato un “modello” che dà fastidio al sistema di potere. “Siamo una classe dirigente nuova e giovane – grida dal palco alla sua gente – e stiamo creando un modello fatto di idee, valori e struttura politica”.
“Dopo 5 anni e nonostante tante difficoltà dovute soprattutto ai meccanismi della fusione – aggiunge – abbiamo dimostrato che si può amministrare con valori e coraggio per sovvertire i sistemi di potere che hanno messo il nostro territorio in una palude per decenni. Abbiamo fatto scelte difficili ma solo per il bene della comunità e per i bisogni della gente. E lo abbiamo fatto senza agganci, raccomandazioni e calci nel sedere…”. Il messaggio chiaro e forte è diretto a Roberto Occhiuto, il “padrone” della candidatura di Pasqualina Straface, che biascica parole su un altro palco in contemporanea a lui palesando la sua pessima arte oratoria che lo rende simile più a un asino ragliante che a un politico in carriera ma tant’è.
“Noi non facciamo politica e democrazia con gli agganci dei colleghi di coalizione e di partito – incalza Stasi – e siamo lontani da quella filiera del centrodestra che ha chiuso il nostro Tribunale e 18 (diciotto!) ospedali nella provincia di Cosenza. Questa è la filiera istituzionale della quale si vanta il centrodestra!”.
Il sindaco di Corigliano-Rossano ricorda di avere intercettato 120 milioni di fondi europei e non perde l’occasione di lanciare altri messaggi a Occhiuto e alla Straface lamentandosi del fatto che la Regione Calabria continua a bloccare 8 milioni di fondi per l’argine destro del Crati e 4 milioni per i centri storici. Il preludio per esplodere in quella che è la parte saliente del suo comizio: “Ci bloccano i finanziamenti perché alla Regione Calabria hanno paura di Corigliano-Rossano! Qualcuno dice che la Regione ci chiuderà i rubinetti? E io vi dico che la Regione non ci ha dato una lira!”. E lo dimostra snocciolando dati come quelli dei 55 milioni di finanziamenti, non certo provenienti da… Occhiuto, che hanno permesso a Stasi di dare il via alla “rigenerazione urbana” a Schiavonea, nel quartiere dei Vasci, a Cantinella di Corigliano e a San Domenico di Rossano.
Flavio Stasi alza i toni della voce e cala il carico nei confronti del bolso parassita che sgoverna la Calabria. “Il nostro non è il modello da ‘mmasciata che cerca voti con le Tac o le visite mediche nelle cliniche e nei laboratori privati finanziati dalla Regione (a Potestio saranno fischiate le orecchie, ndr). Il presidente della Regione andasse a vedere in che condizioni sono ridotti i nostri ospedali, andasse nei Pronto soccorso ma non per fare passerelle bensì per risolvere problemi… Andasse a toccare con mano come ha ridotto la sanità: quello è il loro modello…”.
Il sindaco di Corigliano-Rossano spiega poi che il suo modello di politica è basato su lavoro, valori, fatica, coraggio e competenza contrapponendolo ancora una volta a quello dei suoi avversari rappresentato plasticamente dagli ecomostri di Schiavonea e dall’abusivismo di Insiti, tanto per fare un paio di esempi. Stasi fa un passaggio sui concerti, molto criticati ma anche molto ammirati, per affermare che è “orgoglioso” di aver potuto offrire spettacoli mai visti prima alla sua gente ed entra nella fase conclusiva del suo comizio.
“Cinque anni fa – afferma – abbiamo vinto grazie al voto libero e questa circostanza è stata ed è malsopportata dal sistema. Così come Occhiuto non sopporta che io gli abbia bloccato il progetto della statale 106 ma soprattutto quello dell’insediamento della Baker Hughes al porto di Schiavonea: “Ho detto no e ho ricevuto una telefonata di insulti – rivela Stasi alla sua gente – perché abbiamo osato mettere in discussione la volontà di chi aveva già deciso il destino del porto. No, noi non siamo figli del modello agganci e del modello ‘mmasciata. Noi non siamo signorsì e non siamo preoccupati se a certa gente tolgono la Regione, il governo o le strutture con gli autisti e i para autisti… Siamo una classe dirigente nuova e pulita e non ci pieghiamo al potere”. Stasera si replica a piazza Bernardino Le Fosse.