Corigliano-Rossano, a chi giova il disastro dell’illuminazione pubblica?

Quando si leggono certe notizie viene da chiedersi se abbia senso parlare di giustizia in Italia. Il Consiglio di Stato dà torto all’amministrazione comunale di Corigliano-Rossano e lascia in essere un appalto capestro, parliamo di quello dell‘illuminazione pubblica, che salassa la terza città della Calabria. E la gestione vergognosa dell’illuminazione pubblica nel versante coriglianese è evidente a tutti. Intanto da anni è scadente la qualità dell’illuminazione stessa e sono numerosi i lampioni tenuti spenti/rotti. Bastava fare un giro nelle notti d’inverno per trovare ampi tratti al buio.

Per non parlare del lungomare di Schiavonea mai illuminato a dovere. Inoltre non c’è nemmeno traccia dell’efficienza energetica promessa. E si ha contezza, soprattutto, che i presunti punti luce non solo non siano i 13mila dichiarati dalla ditta (sembra da un censimento in atto meno di 8mila) ma che numerose cabine elettriche fossero prive ora dei magnetotermi, ora dei salvavita o delle messa a terra.

Capitolo delicato è poi la manutenzione dei pali della luce: in troppi hanno dimenticato l’assurda morte di un cittadino a cui è piombato addosso un palo da tempo lesionato e mai riparato (in questi giorni si è infatti tenuta l’udienza su quell’incidente). Poi ci sarebbe anche da discutere di alcune palazzine allacciate illecitamente alla rete pubblica con tanto di “contascatti” utili a far pagare i consumi a “soggetti terzi” a danno del Comune. Assolutamente la rete pubblica non era nemmeno lontanamente vicina agli standard dei 24 milioni di euro dell’appalto. Per chi ha memoria si dovrebbe ragionare anche su come avvenivano le gare pubbliche a cui si presentava un solo concorrente: possibile che il comune di Corigliano non fosse appetibile (e la cosa insospettì molto anche l’ex sindaco Geraci che annullo più volte la gara)?

Questo è il panorama riguardante l’illuminazione pubblica dell’ex Comune di Corigliano ed è chiaro che c’è qualcosa che non va affatto bene. Sorprende, ma non troppo, che le opposizioni oggi festeggino le disavventure di Stasi ma lascia una tristezza infinita che si goda sulle spalle della città e si stia in silenzio su una questione che tutti conoscono. Chi lavora all’interno del Comune sa bene come si sia impegnato un ex segretario comunale contro il più grande danno avuto dal povero Comune, affinché quest’appalto fosse assegnato ed oggi chi tiene alla città aveva veramente sperato che si potesse cancellare. Ora c’è da sperare che il sindaco continui la sua battaglia su questo versante anche andando in procura a raccontare la situazione che verrà fuori dal censimento e dai controlli che si stanno effettuando. Il Comune non può essere sempre un limone da spremere senza avere nemmeno i servizi adeguati.