Oggi tutta la comunità di Corigliano-Rossano piange la scomparsa di Gaetano Ruffo, il ragazzo di 17 anni che ha perso la vita stamattina sulla statale 106 mentre era alla guida della sua motocicletta. Il sindaco Flavio Stasi ha diffuso un messaggio di cordoglio.
Rispetto a certi tragici eventi, sono solito esprimere il cordoglio in forma strettamente privata.
E’ il secondo centauro che perde la vita in queste settimane: prima un giovane papà che abbiamo salutato attoniti; questa notte un giovane figlio appena diciassettenne.
Alcuni avvenimenti lasciano sconvolti e da genitori spezzano ancor di più il cuore.
Credo di interpretare il sentimento della comunità, rivolgendomi ai cari di Gaetano ed esprimendo pubblicamente affetto e vicinanza. So che non scalfirà il dolore, ma spero che l’affetto possa darvi la forza ed il sostegno che meritate.
Gaetano giocava nel settore giovanile della Rossanese e la società lo ha ricordato con un post sulla sua pagina social.
Oggi la Asd Rossanese piange 💔
È un maledetto giorno uno di quelli che difficilmente si può cancellare 😭
Ciao GAETANINO, così ti abbiamo sempre chiamato quando indossavi i colori Rossoblù nelle giovanili.
Oggi il cielo ha un angelo in più 👼🏼
Ci hai lasciati troppo presto appena 17 anni.
Difendevi la porta come difendevi i tuoi sogni, con coraggio, passione e dedizione e la Tua simpatia in Squadra resterà per sempre nei nostri cuori ♥️
Ora vola più in alto, dove nessun gol potrà mai raggiungerti e nessuno pallone potrà mai superarti.
Ci mancherai immensamente, ma il tuo spirito continuerà a vivere su ogni campo, in ogni abbraccio, in ogni ricordo.
Sentite Condoglianze alla Famiglia Ruffo e a tutti coloro che gli hanno voluto bene.
Riposa in pace, numero 1
Anche l’organizzazione di volontariato Basta vittime sulla 106 ha voluto ricordare Gaetano, sottolineando che Gaetano non è morto per caso.
Gaetano non è morto per caso. È morto in un punto già segnato da tragedie. Dove troppe, troppe vite sono state spezzate nell’indifferenza di chi avrebbe dovuto ascoltare e intervenire.
E invece nulla. Solo promesse vuote. Solo silenzi colpevoli.
Serve coraggio per dirlo: le responsabilità morali sono evidenti, e ricadono su chi continua a ignorare il grido di dolore di una regione che chiede solo sicurezza, rispetto, futuro.
E stride, ferisce, offende che in questa Calabria dimenticata si parli ancora di ponti faraonici, quando non riusciamo neppure a mettere in sicurezza una strada che ogni giorno uccide.
Gaetano vive. Nella rabbia di chi non vuole più tacere. Nella lotta civile e onesta di chi non si arrende.
Perché un ragazzo che muore a 17 anni, lungo la “strada della morte”, non può e non deve diventare un numero.
Deve diventare un simbolo. Un grido. Una promessa.