Corigliano-Rossano. Estorsione mafiosa e incendi d’auto a Ida Gattuso: arrestato il boss Aldo Abbruzzese

I carabinieri del reparto territoriale di Corigliano-Rossano hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nei confronti di due soggetti gravemente indiziati, in concorso tra loro, di estorsione aggravata dalla modalità mafiosa.

L’attività di indagine, delegata ai carabinieri del Reparto Territoriale di Corigliano-Rossano, ha consentito di delineare, in termini gravemente indiziari, una sequenza di atti intimidatori, posti in essere nei mesi di aprile, ottobre e dicembre del 2023, con il danneggiamento, anche mediante incendio, di autovetture nella disponibilità delle persone offese, al fine di costringerle al pagamento di una cospicua somma di denaro, connessa alla realizzazione di un impianto fotovoltaico; la somma di danaro pretesa veniva riscossa solo in parte, prima che l’attività criminale venisse interrotta. Gli elementi gravemente indiziari, acquisti nella fase cautelare, hanno consentito di ricostruire la vicenda nel senso che la condizione di esposizione e di rischio, determinata dalle condotte intimidatorie, induceva le persone offese a corrispondere le somme pretese, mediante un emissario, e il monitoraggio dei militari, agli inizi del 2024, portava al sequestro di una parte della somma corrisposta.

Sono queste le accuse mosse dai magistrati della Direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro nei confronti del pluripregiudicato 51enne coriglianese Aldo Abbruzzese, considerato un boss della ‘ndrangheta locale e residente alla Marina di Schiavonea di Corigliano-Rossano, nonché nei confronti d’un suo complice, un 42enne di nazionalità marocchina, Mustaphà Hamil.

La sequela d’atti intimidatori è stata posta in essere tra aprile e dicembre scorsi ai danni dell’ex consigliera comunale coriglianese Ida Gattuso, sorella del campione del mondo di calcio Rino, cui sono state tra l’altro incendiate – come si ricorderà – ben due autovetture sotto casa e nottetempo.

Ciò – secondo le risultanze investigative – al fine di costringerla al pagamento d’una cospicua somma di denaro connessa alla realizzazione d’un impianto fotovoltaico su un terreno di proprietà della famiglia, per il quale il padre Franco Gattuso aveva ottenuto un finanziamento pari a 80 mila euro. La somma della pretesa estorsiva sarebbe stata riscossa solo in parte, mediante un emissario, e una parte di questa è stata sequestrata dai carabinieri.