Corigliano-Rossano. Guglielmo Caputo, il fascista che si “traveste” con un profilo falso. Perché FdI non gli chiede di dimettersi?

Provate a immaginare che un presidente di Regione, o magari di Provincia, o un sindaco, si costruisca un profilo falso sui social e per anni restando nascosto dileggi delle persone… Come dite? Ce ne sono tanti? Beh, forse è vero, ma non tutti vengono sgamati…

E infatti accade che un bel giorno si scopre che dietro quel profilo c’è proprio il “nostro politico”: a questo punto che succede? Apriti cielo, una volta accertato da chi è predisposto a farlo, crediamo che le dimissioni del soggetto verrebbero richieste da più parti e indubbiamente sarebbero inevitabili, ma a dire il vero le dimissioni sarebbero politicamente dovute ancor prima di qualsiasi accertamento come è successo tante altre volte… servono a non lasciare dubbi nella città e nelle Istituzioni e anche al diretto interessato per difendersi o quantomeno cercare di farlo con calma e serenità.

Probabilmente ci sono luoghi che si ergono a grande città come Corigliano-Rossano che invece restano con la mentalità dei paesotti, dove vige l’amicizia con tutti, il vogliamoci tutti bene, abbracciamoci tutti, che per carità è una cosa bella ma che con la politica dovrebbe essere tenuta separata.

Allora si tenta con molta ipocrisia a sottovalutare e a sminuire determinate situazioni che invece sono di una rilevanza politica grave ed enorme. Il “caso Aldo Romeo” ovvero quello di Guglielmo Caputo che nonostante sia dichiaratamente “fascista” si “traveste” per attaccare i suoi avversari, politicamente si sta sottovalutando ma è simile all’esempio che è stato fatto come preambolo.

Se il profilo falso che ha dileggiato per anni cittadini ma anche politici a Corigliano-Rossano è proprio Guglielmo Caputo – e ormai è stato appurato che lo è… – già vicesindaco e oggi consigliere comunale, deve necessariamente dimettersi di sua spontanea volontà o magari dovrebbe essere il suo stesso partito a chiederglielo possibilmente seduta stante per non lasciare, ripetiamo, ombre e dubbi all’interno della città e delle Istituzioni, se ancora esiste un minimo di moralità politica.