C’era una certa attesa per il primo confronto televisivo tra Flavio Stasi e Pasqualina Straface, che si contendono la vittoria alle elezioni comunali di Corigliano-Rossano. Noi siamo dichiaratamente di parte (e ci mancherebbe pure) ma ognuno ha potuto toccare con mano la profonda differenza tra i due candidati. Stasi ha decisamente giganteggiato irridendo spesso e volentieri il vuoto cosmico della destra.
Pasqualina Straface è sembrata goffa e piuttosto monotona nel linguaggio, un “politichese” di Serie D senza nè arte e né parte, con decenza parlando. Pochi contenuti, tutti propagandistici e tutti “neutralizzati”, a volte in maniera disarmante e spesso con un sorriso ironico e beffardo rispetto alle chiacchiere imbarazzanti della consigliera regionale.
E le differenze tra i due sono apparse subito profonde. Per esempio, l’insediamento dell’industria americana nel porto di Schiavonea. La Straface dice sì senza se e senza ma “schiacciata” dalle esigenze della destra, con la falsa liturgia ad uso plebeo di posti di lavoro (farlocchi) per una zona depressa, base teorica di tutte le ruberie attuate sul territorio ad iniziare dalla famigerata legge-truffa targata 488.
Flavio Stasi invece dice sì purché l’insediamento sia ubicato nella zona industriale lasciando quindi il porto libero (“Fuori dal porto” cit.). Una presa di posizione che la Straface ha chiaramente “accusato”, visto com’è legata – mani e piedi – a colui che l’ha lanciata in questa disavventura elettorale. Si parla ovviamente di Robertino Occhiuto alias il parassita ma da queste parti anche “il gelataio”.
Altra questione, la statale 106, dove Stasi ha raggiunto un significativo successo personale per la caparbietà con la quale ha contrastato il primo disegno dell’Anas. Quanto alla questione della centrale Enel, dopo una prima ipotesi valutata positivamente dalle parti sull’ipotesi idrogeno, questa veniva bocciata dal governo nazionale… che fino a prova contraria è la parte politica di riferimento della Straface.
Ad un certo punto Pasqualina ha provato persino a tacciare il sindaco di scarsa visione strategica per la celebre terza città della Calabria ed anche qui gioco facile per Flavio, che ha smontato le tesi dell’avversaria con l’evidenza di oltre 100 milioni di investimenti che renderanno assolutamente differenti Schiavonea e Cantinella e che ha attirato persino l’attenzione dell’Università di Trento sulla riqualificazione civica, partecipativa e urbanistica. Prossimo confronto il 5 giugno.