Corigliano-Rossano, rifugio abusivo per cani sequestrato dalla polizia

RIFUGIO ABUSIVO SEQUESTRATO DALLA POLIZIA
Personale del Commissariato di P.S. di Corigliano Rossano ha sequestrato struttura abusiva

Personale del Commissariato di Corigliano-Rossano (CS) ha eseguito un sopralluogo presso una struttura adibita a rifugio per cani gestita da un commissario straordinario dell’ENPA e presidente di altra Associazione locale molto seguita, all’interno della quale erano detenuti molti cani sprovvisti di microchip e prelevati dal territorio.
Il sequestro è stato eseguito sulla struttura, priva di licenze autorizzative previste per i rifugi e quindi abusiva così come i fabbricati realizzati, e sugli animali poiché detenuti appunto in rifugio non autorizzato e dunque sprovvisto dei requisiti previsti dalle leggi a garanzia del benessere animale con box realizzati in lamiera e assi di legno.

In attesa dei risvolti amministrativi da parte degli enti preposti e penali della vicenda, nell’invitare il Comune di Corigliano-Rossano (CS) – che proprio recentemente aveva patrocinato un evento dell’ENPA locale coordinata dal gestore del rifugio – a vigilare sul proprio territorio dove altre sono strutture rifugio abusive come questa sequestrata, denunciamo altresì le migliaia di strutture abusive (chiamati stalli) in tutta Italia dove, anzichè attenersi alle leggi ovvero stimolare gli enti preposti (Sindaci e ASL) a progetti contro il randagismo, vigilare sul funzionamento dei servizi pubblici financo denunciare irregolarità, entrare nei canili per fare adottare i cani e gestire rifugi regolari in cui ospitare randagi, finge di lamentarsi di ciò che non funziona, senza però fare nulla, poichè è un “animalismo” che ha creato un sistema emergenziale ossia impegnato esclusivamente alla gestione dei randagi finalizzato spesso al lucro personale, facendo venire meno così la presenza ai Sindaci e nei canili ma anzi sostituendosi ad essi.

L’animalismo attuale non è denuncia e lotta per tutelare gli animali ma esclusivamente proiezione sui social di migliaia di appelli e richieste di aiuto per la gestione di randagi, presi dalla strada, attraverso migliaia di carte prepagate personali o di associazioni/impresa locali ognuna delle quali ha il proprio rifugio abusivo e all’interno delle quali viaggiano milioni di euro provenienti da donatori in buona fede e ignari di ciò che prescrive la legge, al punto tale da prendere spesso le difese del denunciato; denaro che, per la totale assenza di trasparenza, non è destinato solo ai cani. Non a caso, gli attori di questo meccanismo (chi raccoglie il cane dalla strada, chi lo detiene in rifugi abusivi e quindi fantasma alle Autorità, staffette e stalli – pensioni abusive – e veterinari l.p. che intestano cani randagi a privati senza le prescritte comunicazioni), disoccupati, hanno fatto di questo un lavoro e laddove c’è l’interesse economico, viene meno l’interesse di denunciare e mettersi contro ciò che non funziona e migliorare la realtà!

Stop Animal Crimes Italia, ente nazionale di denuncia che sta portando avanti la sua lotta contro il randagismo convinto che si debba iniziare a colpire l’abusivismo e l’interesse economico – dove il reato di maltrattamento è il reato “minore” rispetto a quelli configurabili – che ormai ha preso piede nell’animalismo dove la gestione illecita dei randagi ossia fuori dalle regole normative costituisce ormai non un’attività di volontariato ma un sistema divenuto redditizio per molti, con la motivazione di curare e ospitare randagi.

L’Associazione continuerà a denunciare questo sistema parastatale illegale per spingere l’animalismo alla sua funzione naturale da cui è, per ragioni più personali e meno legate alla difesa degli animali, totalemnte assente : collaborazione con i Comuni, realizzazione di strutture abusive convenzionate e adozioni all’interno dei canili, insomma contrastare il randagismo rispetto cui basterebbe applicare la legge esistente.

Stop Animal Crimes Italia
366.5363544