Corigliano-Rossano, troppi interventi improvvisati stanno danneggiando l’ospedale spoke

Corigliano-Rossano: Troppi interventi improvvisati stanno danneggiando l’ospedale spoke

Sta avendo una vasta eco la lettera che abbiamo pubblicato ieri relativa alla chiusura del reparto di Medicina dell’ospedale di Rossano, che sarà operativa da domani, con il trasferimento del personale a Corigliano e con dieci posti letto in meno. 

In realtà, si tratta di una pianificazione piena di “assurdità” che il Comitato Spontaneo per il diritto alla salute nella Sibaritide sta denunciando da tempo. 

Reparti ospedalieri divisi a metà, mancanza di posti letto, carenza di personale e soprattutto decreti di interventi firmati in piena estate. Il Comitato aveva scritto all’inizio di agosto ai ai vertici della sanità calabrese e chiedeva di rivedere la pianificazione a tutela del cittadino. Ma evidentemente senza successo.

Ma ecco i termini della questione. 

Un progetto “complesso” e per molti versi non ottimale, secondo il comitato Spontaneo per il Diritto alla Salute nella Sibaritide, quello di spostare i reparti come fosse un trasloco di casa senza tenere conto del periodo estivo, della carenza di personale e del territorio.

Uno degli attivisti del comitato ha spiegato in cosa consiste il progetto: «Vorrebbero spostare la medicina da Rossano a Corigliano, chiudendo, quindi, Rossano; spostare la chirurgia da Corigliano a Rossano lasciando solo chirurgia d’urgenza che serve per il reparto di Ginecologia – ostetricia e in tutto questo si perderebbero 10 posti letto di medicina in particolare di lungo degenza. Mentre vi era un progetto sponsorizzato dalla sottoscrizione della maggior parte dei medici dello spoke che sì, prevedeva degli spostamenti funzionali ma con la costituzione di due poli… Cosa ancora più grave è stato leggere decreti dell’Azienda sanitaria provinciale che comunicano spostamenti e divisioni del reparto al primo di agosto, col pretesto delle ferie. A pagarne sono sempre i cittadini naturalmente. Se si vogliono fare spostamenti si devono fare in maniera strutturata, organizzata, pianificata e lì trovate l’appoggio della cittadinanza».

Ecco perché il Comitato Spontaneo per il Diritto alla Salute nella Sibaritide ha deciso di scrivere al direttore generale dell’Asp, Raffaele Mauro, al Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, al Commissario ad Acta per la Sanità Massimo Scura e al commissario facente funzioni di Sindaco del Comune di Corigliano-Rossano Domenico Bagnato per avvertire che “gli interventi improvvisati” fanno male alla salute del cittadino.

“Il Comitato Spontaneo per il diritto alla salute nella Sibaritide, comitato al quale partecipano forze politiche, associazioni di categoria, sindacati, organizzazioni di volontariato e liberi cittadini, preso atto della proposta organizzativa della U.O.C. Di Medicina Interna proposta dalla ASP di Cosenza in data 23.07.2018 e del verbale di riunione tra il direttore dell’Asp di Cosenza e la rappresentanza del comune di Corigliano-Rossano tenutasi in data 26.07.2018, mediante il presente documento intende manifestare unitariamente profondo dissenso rispetto a quanto si prospetta in suddetti documenti.

Il progetto, infatti, a nostro avviso rappresenta un ennesimo spostamento raffazzonato, improvvisato e senza alcun beneficio per i cittadini. Si tratta di un’iniziativa inspiegabilmente “estiva”, che peraltro, non risponde ad alcuna programmazione e pianificazione e lascia per strada ben dieci posti letto nell’U.O.C. di Medicina in uno Spoke che, al contrario, avrebbe drammaticamente bisogno di essere potenziato.

Come Comitato Spontaneo, tanto nel corso delle manifestazioni pubbliche quanto nel corso degli incontri intercorsi tra nostri rappresentanti e dirigenti della Sanità regionale, non ci siamo mai dichiarati contrari a spostamenti funzionali e pianificati né abbiamo mai avallato logiche di campanile allorquando esistevano due campanili.

Ora che il metaforico campanile è uno soltanto, risulterebbe ancor più inopportuno ragionare in ottica di località e di singolo nosocomio. Ci siamo dichiarati favorevoli, però, ad una ristrutturazione funzionale e complessiva dello Spoke Rossano-Corigliano, aderendo alla proposta dei due poli, uno medico ed uno chirurgico, che riteniamo sia quella che maggiormente aderirebbe e valorizzerebbe le caratteristiche delle due strutture.

Non si tratta pertanto di una posizione pregiudiziale, al contrario. Riteniamo sia profondamente pregiudiziale immaginare di continuare a muovere reparti, attrezzature e/o personale di struttura in struttura senza aver, di fatto, mai organizzato realmente lo Spoke Corigliano-Rossano, uno spoke che è tale praticamente soltanto sulle carte e che non è mai nato.

Inoltre qualsiasi riorganizzazione delle strutture ospedaliere, in un bacino d’utenza divenuto enorme a seguito della sbagliatissima chiusura degli ospedali di Cariati e Trebisacce, non può minimamente prescindere da un potenziamento dell’offerta sanitaria – tanto in termini di posti letto quanto in termini di attrezzature – e dall’integrazione del personale medico e paramedico.

I provvedimenti di cui sopra, oltre a non avere alcuna valenza dal punto di vista della pianificazione e della riorganizzazione funzionale dello spoke, vanno in direzione esattamente contraria. Invitiamo quindi l’Azienda Sanitaria e le strutture decisionali competenti a non effettuare durante la stagione estiva alcuno spostamento né ridimensionamento dei reparti operativi nelle strutture dello Spoke Rossano-Corigliano.

Al contrario riteniamo che l’azienda sanitaria debba preoccuparsi con prepotente urgenza di integrare il personale medico e paramedico in tutte le Unità dello Spoke di Corigliano-Rossano, considerando inoltre una serie di pensionamenti (anche di figure apicali) ampiamente previsti e programmabili, e di pianificare nel più breve tempo possibile, insieme alla rappresentanza del territorio, una riorganizzazione generale, condivisa ed efficiente, dell’intera struttura ospedaliera che faccia dei due ospedali di Rossano e Corigliano un vero spoke e che offra delle risposte sanitarie non ottime, ma quanto meno civili.

Per nulla avversi al confronto, oltre al quanto accoratamente raccomandato, ci dichiariamo disponibili ad un incontro anche in brevissimo tempo. Per chiarezza comunichiamo che, qualora le strutture decisionali continuino a perseguire strade che indeboliscano ulteriormente l’offerta sanitaria sul nostro territorio, non potremmo che organizzare delle civili manifestazioni di dissenso per sollevare ancora una volta, anche presso le istituzioni extra-regionali, la voce di un territorio che da anni subisce la sistematica spoliazione di servizi fondamentali come quello della Sanità”.