
“Una decisione “ritenuta necessaria per l’area più critica del Nord, ma sicuramente anche utile in funzione preventiva per il Centro e il Sud“. È in questo modo che Giuseppe Conte definisce l’ultimo decreto del governo che ha imposto la serrata totale di tutte le attività produttive. Il premier ha incontrato i leader dell’opposizione a Palazzo Chigi: un incontro lungo tre ore, durante le quali Conte ha spiegato a Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani che spera nella riapertura delle fabbriche nel più breve tempo possibile. Al momento, ovviamente, non si può ipotizzare una data, mentre le misure del governo continuano a non piacere ai sindacati.
Secondo i rappresentanti dei lavoratori infatti, nel decreto del presidente del Consiglio sono state inserite su “pressioni di Confindustria” ulteriori aziende da tenere aperte che non figuravano nell’accordo raggiunto sabato pomeriggio. Cgil, Cisl e Uil hanno quindi invitato alla mobilitazione per chiedere che siano rispettate le misure di sicurezza e che siano lasciati a casa i lavoratori delle filiere non essenziali per riuscire, come da annuncio del premier Conte, ad arginare l’emergenza coronavirus. I primi ad aderire sono stati i lavoratori dell’aerospazio in Lombardia e Piemonte. E’ fissato invece per mercoledì 25 marzo lo sciopero dei metalmeccanici lombardi. Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, intervistato da SkyTg24, ha liquidato le proteste: “Non è un bel messaggio”. Mentre parlando al Corriere della sera aveva parlato semplicemente di “strumentalizzazioni” dei sindacati.
Conte vede l’opposizione: “Chiusura fabbriche era necessaria” – E la prima giornata di serrata quasi totale è cominciata con gli scioperi, in serata il premier ha incontrato i leader dell’opposizione a Palazzo Chigi, insieme al ministro dei Rapporti col Parlamento, Federico D’Incà. Per il centrodestra erano presenti Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani. Tutti hanno indossato la mascherina e si sono seduti a distanza di sicurezza. In videoconferenza si è collegato il ministro della Salute, Roberto Speranza, e quello del Tesoro, Roberto Gualtieri. Il premier ha spiegato ai leader dell’opposizione che “la chiusura della fabbriche era necessaria” e spera sia limitata nel tempo. “L’Italia – ha detto il premier – sta attuando una strategia che ci costa sacrifici, con un impatto economico notevole, per ottenere un risultato. Non possiamo accettare che invece altri Paesi affrontino questa lotta con una soglia di rigore più bassa, perché poi potremmo essere esposti agli effetti di un contagio di ritorno. Ecco perché la risposta europea coordinata a tutti i livelli è l’unica possibilità”.
Conte ha annunciato a Salvini, Meloni e Tajani che “per alcune case di cura in difficoltà sono già stati inviati medici delle forze armate, così come in alcune strutture ospedalieri più in affanno”. Nella giornata di martedì, invece, saranno distribuite tre milioni e mezzo di mascherine alla popolazione. Trecento respiratori arriveranno dalla Germania, mentre altri aiuti sono stati inviati dalla Russia e dalla Cina.
All’uscita dall’incontro, Salvini ha annunciato che per il decreto di aprile Conte ha manifestato l’intenzione di coinvolgere le opposizioni. Mentre Conte, secondo indiscrezioni, ha risposto a chi gli ha chiesto se fosse sul tavolo anche il ricorso al Mes che il governo non è intenzionato a utilizzarlo sulla base dell’attuale quadro regolatorio perché le condizioni attuali non sono accettabili.