Coronavirus, Calabria. Le “minacce” di coprifuoco della (vecchia) checca isterica non fanno paura a nessuno

Per dovere di cronaca, diamo conto delle “minacce” notturne della vecchia checca isterica (così si è autodefinito lui stesso) che ha preso il posto della defunta Jole Santelli alla Regione, il quale cerca disperatamente visibilità prima di essere cacciato a calci nel sedere dalla poltrona che occupa.

Non c’è ancora nulla di ufficiale – e ci mancherebbe pure – ma il vicepresidente della Regione Nino Spirlì (la vecchia checca isterica in persona…) sta valutando un’ordinanza restrittiva su tutto il territorio regionale per due settimane partendo da lunedì. La comunicazione via audio è stata inoltrata da Spirlì a sindaci, consiglieri regionali e capigruppo. Si prevederebbe anzitutto la Didattica a distanza per la scuola secondaria di primo e secondo grado e non si capisce davvero quale possa essere l’utilità, visto che il problema principale dei contagi non è certo la scuola e visto che lo stesso “ricchione” (ha detto lui stesso che lo si può chiamare così) ha anticipato la prosecuzione in presenza della scuola primaria e di quella dell’infanzia. Delle due l’una: dove sono tutti questi contagi nelle scuole medie e nelle scuole superiori se non nella sua testa “bacata”?

Un’altra restrizione riguarderebbe le visite dei parenti delle persone ammalate nelle strutture sanitarie che saranno limitate. Cosa che dovrebbe essere già abbondantemente in vigore se non fosse che… non controlla nessuno! Coprifuoco, infine, dalla mezzanotte fino alle 5 del mattino su tutto il territorio calabrese e qui viene davvero da ridere se pensiamo per esempio che a Cosenza il sindaco è il fautore numero uno della movida, così come a Catanzaro mentre a Reggio Calabria è lo stesso sindaco Falcomatà che sta valutando di chiudere alcune piazze ma non certo perché glielo “ordina” il soggetto di cui sopra. E la stessa situazione vale per le altre città, nelle quali i sindaci sanno certamente cosa fare senza attendere le indicazioni di questo mezzo cristiano. Vedremo allora se Spirlì avrà le “palle” (parola grossissima!) per passare dal dire al… fare. E anche se ciò dovesse accadere, chi lo prenderà sul serio. Povera Calabria nostra!