Corruzione a Cariati: l’ospedale “di famiglia”, il rischio frana e il fido Fanigliulo

L’ex procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla ha lavorato a lungo all’inchiesta “Platone”, che è la naturale prosecuzione della precedente, “Feudalitas”, con la quale aveva iniziato a scoperchiare il pentolone della corruzione della famiglia (i)Greco a Cariati. Ma se con “Feudalitas” ci si fermava all’appalto truccato per i rifiuti e la first lady Filomena non solo ne era uscita dopo poche settimane ma era rientrata addirittura al suo posto da sindaca, nel secondo caso la situazione appare diametralmente diversa. Stavolta (i)Greco, se possibile, si sono superati: volevano costruire un ospedale privato nel Comune dove la sorella fa la prima cittadina. Roba da spacconi matricolati o magari da gente che sa di poter rimanere impunita e di conseguenza sfida le istituzioni e la stessa giustizia. Perché, anche se ha tribolato di più, la sindaca alla scadenza della misura cautelare è tornata in sella e poi ha brindato a sciampagna quando è uscita fuori la storia del “provvidenziale” trasferimento di Facciolla. Che ovviamente – ammesso che esista una legge uguale per tutti – avrebbe voluto processarla.

Ma leggiamo le carte dell’ordinanza facendoci aiutare dal collega Fabio Buonofiglio, che le ha ben sintetizzate in un articolo del suo sito “Altre Pagine”. 

Saverio Greco, il “boss” indiscusso della famiglia dopo la morte del patriarca Tommaso, doveva cominciare a costruire il più presto possibile il nuovo ospedale di Cariati, un ospedale privato (quello vecchio, e pubblico, non esiste più già da qualche anno, chiuso dalla Regione Calabria)Un ospedale “di famiglia”. Della famiglia Greco, appunto, che col marchio “iGreco” che dà il nome ad una enorme holding imprenditoriale interessata ai più svariati settori, da alcuni anni ha puntato dritto agli opulenti affari nella sanità privata rilevando ben tre cliniche di Cosenza (ora sono diventate cinque, sic!). 

E per cominciare i lavori di ristrutturazione dell’immobile di proprietà – già semi-abusivo com’è scritto nelle carte giudiziarie – il capo dell’Ufficio tecnico comunale Giuseppe Fanigliulo, mai assunto per concorso ma nominato di fiducia proprio dalla sindaca Greco, avrebbe fatto carte false per la concessione in sanatoria consentendo che quella struttura potesse addirittura sorgere in una zona classificata a rischio frana “R3” del vigente Piano d’assetto idrogeologico regionaleLa figura-chiave dell’inchiesta è infatti proprio Fanigliulo, il cui incarico in Comune andava difeso pure quando la sindaca decadde a seguito delle dimissioni, avvenute il 3 gennaio del 2018, di otto consiglieri comunali che provocarono il commissariamento dell’ente. Qualche giorno dopo s’insediò il prefetto in quiescenza Antonio Reppucci, il commissario nominato dal prefetto di Cosenza, il quale si ritrovò sulla scrivania una relazione della responsabile dell’Ufficio finanziario in cui si proponeva la decadenza di Fanigliulo. Quest’ultimo però era intercettato al telefono, e l’8 gennaio chiamò il fratello della sindaca, Giancarlo, anch’egli indagato ma a piede libero: «Com’è arrivato il prefetto gli ha fatto trovare il decreto della mia decadenza. Senza dirgli: guarda che può essere mantenuto in continuità firmando la proroga».

Fanigliulo, secondo le accuse del gip Ciarcia, del procuratore Facciolla e del suo sostituto Primicerio, sarebbe stato l’artefice della “messa in ordine”, attraverso una serie d’artifici amministrativi ritenuti irregolari da parte dell’inquirenti, di tutta la documentazione che avrebbe consentito alla famiglia Greco di costruire il loro ospedale privato di Cariati, il cui progetto era stato pubblicamente presentato il 5 gennaio, appena tre giorni prima di quella telefonata. Circostanza, questa, evidenziata dal gip, che sottolinea come dalla vicenda emerga che tutte le attività irregolari trovano espressione in un percorso delittuoso indirizzato all’abuso d’ufficio e alla corruzione.

La sera del 5 gennaio in una sala del teatro comunale stracolma di gente, il progetto dell’ospedale venne illustrato in pompa magna da Saverio Greco, dalla sorella sindaca decaduta da poche ore e dal resto della famiglia (nella foto in copertina, da sinistra, Saverio, Filomena, Cataldo, Tommaso e Giancarlo Greco)In prima fila – manco a dirlo – numerosi politici ed imprenditori amici dei Greco giunti ad applaudirli da ogni dove. Sullo schermo gigante scorsero le immagini del nulla osta ottenuto dalla Regione Calabria, l’autorizzazione dell’Azienda sanitaria provinciale e la planimetria della struttura: 6 piani per un totale di 90 posti letto, comprensivi dei reparti di cardiologia ambulatoriale, radiologia, chirurgia, ortopedia, otorinolaringoiatria e molto altro. E la promessa d’assumere personale qualificato per un totale di 120 unità tra medici, infermieri, tecnici ed operatori di laboratorio. Forse anche per questo, qualche mese dopo, ricandidatasi, Filomena veniva rieletta a furor di popolo…