Corruzione alle Terme Luigiane, chiuse le indagini per Aieta e Ferrari: il patto con la Sateca

Cosenza – La Procura di Paola ha chiuso le indagini nei confronti dell’ex consigliere regionale Giuseppe Aieta, di Dante Ferrari, amministratore delegato della Sateca, la società affidataria della gestione delle Terme Luigiane; di Giuseppe Tucci azionista della stessa società e di Mario Schiavoni dipendente della Sateca. Il provvedimento è stato notificato agli indagati. Stralciate, invece, per incompetenza territoriale, le posizioni degli altri indagati, ovvero i sindaci di Acri Pino Capalbo e di Longobucco, Giovanni Pirillo; gli imprenditori di Roggiano Gravina Emilio Morelli e di Corigliano Giuseppe Chiaradia. Aieta è accusato di corruzione elettorale.

A mettere nei guai Aieta non sono state solo le assunzioni di Capalbo e del figlio di Pirillo, ma pure la complessa vicenda delle Terme Luigiane. Aieta, Ferrari, Tucci e Schiavoni sono accusati in concorso di aver messo su un medesimo disegno criminoso nella gestione dello stabilimento delle Terme Luigiane. Nel provvedimento firmato dal procuratore Bruni e dal sostituto Luca Natalucci, Aieta in qualità di consigliere regionale uscente e di candidato alle Regionali del 26 gennaio 2020 avrebbe accettato la richiesta di sostegno elettorale e di porocacciamento di voti da parte di Ferrari ricevendo ulteriori utilità in favore della Sateca a favore di terzi beneficiari. In particolare, i pm evidenziano che gli indagati avrebbero assecondato le richieste di Aieta consistite nell’assunzione di persone segnalate dallo stesso consigliere regionale. L’ex sindaco di Cetraro si sarebbe accordato in modo occulto e senza coinvolgere i soggetti istituzionali preposti (ovvero i Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese) con Dante Ferrari per ottenere la stabilizzazione della posizione contrattuale della Sateca quale sub concessionaria fino al 2056.

I magistrati accusano inoltre Aieta di essersi impegnato più volte affinché la Regione provvedesse a sopprimere il ruolo di concessionari dei comuni di Acquappesa e Guardia e quindi in questo modo si sarebbe instaurato un rapporto concessorio diretto e definitivo tra la Regione e Sateca (a danno dei due Comuni) anche attraverso quelle che i pm definiscono condotte collusive di Ferrari. Tali episodi contestati si riferiscono al gennaio del 2028.
Nel capo di imputazione B, invece, viene contestato a Schiavoni, ritenuto dagli inquirenti vicino a Ferrari, di aver costretto con minacce una dipendente della Sateca a votare per Aieta altrimenti avrebbe oerso il lavoro all’interno dello stabilimento termale. Il riferimento è sempre alle Regionali del 2020.

La Procura di Paola, guidata dal procuratore capo Pierpaolo Bruni, aveva chiesto l’arresto per l’ex sindaco di Cetraro, ma il gip ha dispostoil divieto di dimora in Calabria. Il prossimo 24 gennaio si svolgerà l’udienza davanti al Riesame per Aieta.