Secondo la questura sono circa 6.000 i manifestanti che stanno partecipando al corteo non autorizzato pro Palestina in corso a Roma, in piazza Ostiense zona Piramide Cestia, sotto la pioggia. La questura aveva vietato il raduno, organizzato, nel fine settimana più vicino al primo anniversario degli attacchi di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023, e il Tar aveva confermato la decisione. Circa 1.600 sono state controllate dalle forze dell’ordine e 19 di loro sono state portate in questura per valutarne un allontanamento dal Comune di Roma tramite un foglio di via. Sarebbero tutti attivisti italiani, con precedenti penali o di polizia collegati a reati da ordine pubblico. La piazza è blindata, ogni accesso è presidiato da agenti di polizia – circa un migliaio quelli coinvolti in questa giornata -, un elicottero sorvola dall’alto e vengono visionati i documenti d’identità a chi intende entrare. I controlli sono stati effettuati anche ai caselli autostradali per individuare eventuali soggetti intenzionati a rendere violento il corteo.
Gli slogan dalla piazza
Al momento non ci sarebbero criticità. I cori più ricorrenti sono quelli rivolti al premier israeliano Netanyahu e alla presidente del Consiglio italiana Meloni. Tra le altre cose, i manifestanti chiedono l’interruzione della vendita di armi o munizioni a Israele e del «genocidio» a Gaza. «Il 7 ottobre è iniziata la rivoluzione», viene scandito al megafono, in riferimento agli attacchi di Hamas dello scorso anno, «chiediamo lafine dei bombardamenti. L’Italia deve prendere una linea chiara. C’è stata una mistificazione su questo corteo. Ci hanno detto che era una celebrazione di Hamas ma noi siamo qui per
commemorare i nostri morti, i morti palestinesi. Gli unici che fanno celebrazioni qua in Italia sono gli amici di Israele e l’industria bellica italiana»