Corteo pro Palestina a Roma. Bottiglie e bombe carta contro gli agenti, cariche della polizia

Si sono mosse intorno alle 17 le circa 10mila persone che nelle scorse ore si sono radunate nella blindatissima piazza Ostiense, davanti alla Piramide Cestia, per partecipare alla manifestazione non autorizzata pro Palestina. I partecipanti hanno sfidato il divieto e i controlli e dalle 14 circa hanno iniziato a riempire l’area, intorno alla quale tutte le vie d’accesso sono presidiate da centinaia di agenti di polizia che monitorano gli ingressi. Dopo tre ore e alcuni tentativi di trattativa per uscire in corteo dalla piazza, i manifestanti si sono spostati verso viale di Porta Ardeatina, sempre nel perimetro del cordone presidiato dalle forze dell’ordine. Alcuni di loro, a volto coperto, si sono messi alla testa del corteo, improvvisando un servizio d’ordine. E da loro è partito il lancio di bombe carta, bottiglie di vetro e altri oggetti contro gli agenti che circondano la piazza, rendendola di fatto un recinto. Dai blindati della polizia sono entrati in funzione gli idranti, per allontanare e far arretrare i violenti. È poi partito il lancio di lacrimogeni e sono iniziate le cariche della polizia, per respingere i manifestanti dal cordone fino al centro della piazza. Una ragazza è rimasta ferita. Dopo qualche minuto di tensione, una mezz’ora in tutto, la manifestazione è tornata pacifica ma gran parte dei partecipanti aveva già lasciato la piazza con l’inizio degli scontri, causati da un piccolo gruppo di violenti.

I controlli

ANSA/ANGELO CARCONI

La questura aveva vietato il raduno, organizzato, nel fine settimana più vicino al primo anniversario degli attacchi di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023, e il Tar aveva confermato la decisione. Circa 1.600 sono state controllate dalle forze dell’ordine e 19 di loro sono state portate in questura per valutarne un allontanamento dal Comune di Roma tramite un foglio di via. Sarebbero tutti attivisti italiani, con precedenti penali o di polizia collegati a reati da ordine pubblico. La piazza è blindata, ogni accesso è presidiato da agenti di polizia – circa un migliaio quelli coinvolti in questa giornata -, un elicottero sorvola dall’alto e vengono visionati i documenti d’identità a chi intende entrare. I controlli sono stati effettuati anche ai caselli autostradali per individuare eventuali soggetti intenzionati a rendere violento il corteo.

Gli slogan dalla piazza

I cori più ricorrenti sono quelli rivolti al premier israeliano Benjamin Netanyahu e alla presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni. Tra le altre cose, i manifestanti chiedono l’interruzione della vendita di armi o munizioni a Israele e del «genocidio» a Gaza.  «Il 7 ottobre è iniziata la rivoluzione», viene scandito al megafono, in riferimento agli attacchi di Hamas dello scorso anno, «chiediamo lafine dei bombardamenti. L’Italia deve prendere una linea chiara. C’è stata una mistificazione su questo corteo. Ci hanno detto che era una celebrazione di Hamas ma noi siamo qui per commemorare i nostri morti, i morti palestinesi. Gli unici che fanno celebrazioni qua in Italia sono gli amici di Israele e l’industria bellica italiana». I manifestanti sventolano anche bandiere di Hezbollah.

Foto di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI