Enzo è un ingenuo. Questo si sa. Enzo ci tiene a fare il sindaco, anche questo si sa. E se non fosse che è chiamato in causa da un pentito di ‘ndrangheta per una brutta faccenda di voti in cambio di denaro, verrebbe da dire che tra i candidati a sindaco, insieme al dottor Formisani, è una persona sincera e onesta. Accuse, quelle del pentito, ovviamente da dimostrare. Cosa che vale per tutti i chiamati in causa.
Enzo è anche un sincero democratico e un vero garantista. Non di quelli a convenienza. Cosa che ha dimostrato più volte, anche nei nostri riguardi che teneri con lui non siamo mai stati. Ha difeso a spada tratta la nostra libertà di scrivere e dire ciò che pensiamo, quando la procura in barba alla Legge ha chiuso il nostro giornale.
Avremmo potuto fare finta di niente, cioè che il pentito non ha cantato, e non pubblicare questa notizia, ma, oltre che andare contro la nostra coscienza, saremmo venuti anche meno al diritto che hanno i nostri lettori ad essere informati. La nostra non è mai stata una crociata contro l’uomo, cosa che vale per tutti quelli citati da noi che stanno nei verbali dei pentiti, ma solo dovere di cronaca.
Perché conosciamo l’uomo Paolini. Il suo valore e i suoi ideali. Ho sempre sostenuto, qualora fosse vera la compravendita di voti, che la “smania” di diventare sindaco non gli avesse fatto ponderare bene i suoi passi. Ed incorrere in quel grave errore è stato per lui come vendere l’anima al diavolo. Sperando che questo mai sarebbe venuto a galla. Ma purtroppo non è stato così. Se ci sarà un seguito giudiziario, siamo sicuri che saprà come spiegare questa “disfunzione”.
Ieri Paolini ha incontrato la città in piazza, in un pubblico comizio. Così come si faceva una volta. E la città ha risposto affollando il tratto di strada chiuso per l’occorrenza. Non c’era la solita nomenklatura politica che in genere affolla le sale dei cinema cittadini dove altri candidati a sindaco si danno ritrovo. In strada c’era la gente, la città.
Moltissimi cittadini interessati al suo dire. Segno evidente di un seguito elettorale con cui i vari Guccione e Occhiuto dovranno fare i conti. Parla e convince Paolini. Si presenta sul palco, in pieno stile americano, e illustra la sua Cosenza. Parla di programmi e sogni. Di equità e redistribuzione. Dell’enorme potenzialità della città che finora non è stata espressa per via di una classe politica arrunzona e incompetente.
Illustra il suo programma, Enzo, e soprattutto parla di trasparenza e legalità amministrativa: la legalità e la trasparenza sono l’asse portante dell’amministrazione della città. Se c’è trasparenza ci può essere partecipazione, diversamente la partecipazione è un concetto astratto. Un concetto che se applicato sarebbe la vera grande novità per la città. Oserei dire la rinascita.
Va giù duro quando racconta le sue esperienze con il PD e i vari tradimenti. Perché Enzo, non essendo un politico professionista, non aveva calcolato di avere a che fare con dei veri e propri marpioni di prima categoria, pronto a venderlo alla prima occasione utile. Così come è stato. Parla convinto Enzo, e la gente, in piazza, apprezza e applaude. E gli applausi sono sinceri. Non era una claque, chi era in piazza questo lo ha capito. Questo dimostra che Enzo è amato e stimato, e se non fosse stato per i suoi errori tattici e di apparentamento sarebbe stato il candidato ideale.
Infatti, al termine di questa positiva giornata per lui, ancora una volta ha finito per incorrere nel più classico degli errori: l’abbraccio con compà Pinuzzu. Capisco l’opportunità del momento, ma ancora una volta a rovinare la sua immagine è lui stesso, che aprendo le braccia ha deciso ancora una volta di abbracciare il diavolo.
GdD