Da quando i 17 hanno decretato la fine dell’era Occhiuto, si è aperta, dopo la rottura tra Presta e Paolini, la caccia all’alleato.
Oggetto del contendere: il cinghiale e le sue truppe cammellate. Un bel pacchetto di voti che potrebbero far comodo ad un Paolini in netta inferiorità numerica (almeno come numero di liste), qualora dovesse passare indenne dall’inchiesta sul voto di scambio politico/mafioso a Cosenza.
Già, perché l’avvocato della sanità privata è chiamato in causa, non da Iacchite’, ma da almeno un pentito di ‘ndrangheta che lo accusa di aver comprato voti durante la campagna elettorale del 2011, alla modica cifra di 150 a capo famiglia, più 50 euro per ogni persona del nucleo familiare.
A questo va aggiunto l’ultimo pentito di ‘ndrangheta cosentina, Franco Bruzzese, capo riconosciuto da tutti del “clan degli zingari”, che non si sa ancora se abbia o meno confermato quello che il Foggetti (il primo accusatore di Paolini) ha già spifferato su Paolini.
Il Foggetti racconta che queste somme di denaro furono consegnate in sua presenza da Paolini, in occasione di un suo comizio al “Villaggio”, direttamente agli “interessati”, o votanti se preferite. Ora, se Franco Bruzzese è il capo degli zingari, saprà o meno se questa circostanza si è verificata così come dice il Foggetti. Mi pare altamente probabile che lui sappia, visto che non c’era parola al “villaggio “ che lui non sapesse.
Vuoi che un fatto così “eclatante”, dove è girata parecchia guagna non fosse a conoscenza del capo degli zingari? Vedremo. Perché se i riscontri a questa storia dovessero arrivare, la vedo dura per Paolini. Che di sicuro non potrà, come Occhiuto, più partecipare alla competizione elettorale.
Ma Paolini si mostra sicuro del fatto suo, pronto a difendersi con le unghie e con i denti da queste accuse. Ma questo dovrà necessariamente svolgersi nelle sedi opportune, senza coinvolgere i cittadini, già stremati dai problemi loro, figuriamoci se dobbiamo prenderci, eventualmente, anche quelli di Paolini, o di Occhiuto.
Paolini, come tutti gli altri, ha il preciso dovere, se si ritiene persona con un certo spessore morale ed etico, qualora venisse investito anch’egli dalla bufera, di ritirarsi dalla competizione. Per non creare altri problemi alla città. Anche qui vedremo. Non manca molto.
In tutto questo, a sguazzare il più di tutti è il cinghiale. Che sa, purtroppo per noi e per la Calabria, che non sarà minimamente sfiorato da questa inchiesta. Questo la dice lunga sul peso politico dei cinghiali. Sono talmente potenti a livello di pressioni sul governo che possono permettersi tutto. Anche disubbidire a Renzi.
Parlare di voto di scambio politico/mafioso, in Calabria, a Cosenza, senza mai citare Tonino e Pinuzzu (gli antesignani di questa lugubre pratica), è come parlare di Auschwitz senza mai nominare i nazisti. Scusatemi il paragone forte, lo faccio per meglio rendere l’idea.
In questa situazione, un personaggio come zio Pinuzzu sa come muoversi, e da tempo flirta con Paolini, senza mai però ratificare niente. Tutti gli annunci finora di questa probabile alleanza tra i due, sono fatti sempre da qualcuno dei paoliniani, mai dalla viva voce di qualche cinghiale.
Segno evidente che è Paolini che preme per questa altra insana (nel senso politico) alleanza. Perché zio Pinuzzu (che adoro), ancora non ha deciso. Paolini spera, secondo me, oltre che a rafforzare la sua “coalizione”, tirandosi dentro zio Pinuzzu, anche in una sorta di copertura “giudiziaria” del potente Tonino. Ed ogni giorno c’è sempre qualche giornale che titola: Paolini e NCD, alleanza fatta. Ma poi a vedere bene niente è fatto.
Perché questo lo capiremo solo quando le liste saranno presentate, semmai quelle di Paolini lo saranno. Dicevo insana perché gli aderenti al cartello di Paolini non hanno fatto altro, in queste ultime settimane, che parlare di coerenza politica e di unica realtà a sinistra della città. E non ci pare proprio che una eventuale alleanza con i cinghiali rafforzi questa coerenza di sinistra. Tutt’altro!
L’unica cosa che metterebbe in evidenza, questa strana alleanza, è la bramosia di potere di Paolini, disposto a tutto pur di fare il sindaco. Anche di allearsi con chi è stato fautore di molte delle miserie dei calabresi. Non so se ci siamo capiti. E mentre scrivo questo “pezzo” arriva un’ agenzia di Magorno nella quale chiede ufficialmente ai cinghiali di entrare nella loro coalizione e di sostenere Lucio Presta.
Se l’alleanza è già stata fatta con Paolini, come dice un giornale stamattina, che senso ha questo appello? E’ vero che Magorno cade dalle nuvole, ma non credo che sia scemo a tal punto da buttarsi senza paracadute. Insomma, con chi è alleato il cinghiale? Boh! Cchi mastruni ziu Pinuzzu, lo adoro.
GdD