Cosenza 2021. Il nuovo feudalesimo “socialista” tra figli di papà, traffichini, famigli e portaborse

Sono state giornate frenetiche per le macchine organizzative del sistema di potere e corruzione a Cosenza. Il ballottaggio-farsa tra i due Caruso, uno lo zerbino di Mario Occhiuto e l’altro l’incappucciato di Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio si è deciso sulla base degli accordi del partito unico che dalla morte di Giacomo Mancini sguazza liberamente tra milioni e milioni di euro. Uno vale l’altro, sia per i burattinai sia per i cosentini. Non c’è nessuna differenza. Basta leggere i nomi dei consiglieri comunali in quota Franz Caruso. Li passiamo rapidamente in rassegna.

La lista Franz Caruso sindaco, oltre a Maria Teresa De Marco, Massimiliano Battaglia e Caterina Savastano, già eletti dopo il primo turno, conquista altri 7 seggi, che vanno a Domenico Frammartino, Roberto Sacco, Antonietta Cozza, Francesco Turco, Ivan Commodaro, Chiara Penna e Giuseppe Ciacco. E ci potrebbe “scappare” anche qualche assessore e quindi altri consiglieri. Ricapitolando in poche battute: spicca il ritorno della famiglia Savastano. Caterina è la figlia di Francesco, detto Ciccio, ex assessore comunale socialdemocratico nel periodo delle correnti contrapposte socialiste Mancini-Gentile negli anni 70 e 80, massimo “esperto” – come i fratelli Gentile del resto – in clientele per sanità e urbanistica (poi i Cinghiali hanno proseguito la scalata mentre Savastano s’è fermato) passando anche per i servizi sociali e persino per la cultura e il teatro. Caterina, quindi, è la sorella di Cosimo e Cataldo, già consiglieri a partire dagli anni Novanta con pessimi risultati e senza nessun segno tangibile della loro presenza.

Ma c’è anche il ritorno, assolutamente non gradito, di due vecchi arnesi della malapolitica cosentina: Mimmo Frammartino e Roberto Sacco, che in questi decenni si sono distinti unicamente per clientele, inciuci e continui cambi di casacca. Con la “ciliegina” di Maria Teresa De Marco, soffiata alla banda degli Occhiuto con mossa “strategica” e di conseguenza tutt’altro che una “novità” nello squallido panorama della malapolitica cosentina. Per non parlare di quello della famiglia Ciacco, visto che in lizza c’è il rampollo del famigerato avvocato truffaldino Antonio, che è già stato consigliere comunale e – purtroppo – non ha bisogno di presentazioni, visto il suo “curriculum” di truffe, raggiri e trastule.

Quanto al Pd, i collegamenti diretti con Capu i Liuni e Madame Fifì sono assicurati dalla presenza tra i consiglieri eletti di Damiano Covelli, storico “famiglio” della coppia diabolica, che quasi certamente sarà assessore e di Francesco Alimena, storico “portaborse” della magara di Grimaldi. Ci sono poi la figlia di Ernesto Funaro, grigio ex assessore e consigliere regionale della Democrazia cristiana, Giuseppe Mazzuca, storico “portaborse” di Carletto Guccione ma ultimamente in rotta col maialetto della “sinistra” cosentina e due/tre “esordienti” che comunque hanno cognomi “altisonanti” e rispecchiano in tutto e per tutto le famiglie che contano in città.

Il quadro è completato dal Psi, che nonostante abbia conseguito un pessimo risultato, piazza due consiglieri. In primis, Giuseppina Rachele Incarnato, figlia di Luigi detto Gigino Tic Tac (non ci bastava solo lui, adesso ci vuole propinare anche la prole!), fedelissimo di Nicola Adamo nei secoli dei secoli dopo essersi fatto le ossa nel clan dei Cinghiali e aver sguazzato tra richieste di arresto e ruberie varie tra l’assessorato regionale al Lavori pubblici e la Sorical. Altro che liberazione, qui siamo ancora in pieno feudalesimo!