di Sergio Aquino
Vi sentite tutti più sicuri, cittadini di Cosenza, ora che il pericoloso giornalista Gabriele Carchidi è stato fermato, neutralizzato, buttato a terra da “soli” 4 tutori dell’ordine, ammanettato e portato in Questura?
Mi piacerebbe sapere quanti di voi, subìto un sopruso, prima di rivolgersi al politico di turno che vi ha fatto il “favore” di farvi avere quello che era un vostro diritto, hanno pensato di scrivere a Iacchite’ per denunziare l’accaduto.
Il pericoloso giornalista che ha sempre sbattuto in prima pagina politici intrallazzatori e corrotti, massomafiosi, prenditori senza coscienza con tanto di nomi e cognomi e che è stato spesso l’unica voce nel deserto per quanti non avevano santi in paradiso e il terrore di quanti sono abituati a fare i loro porci comodi nel silenzio della stampa connivente e attenta agli equilibri del potere, non si è mai tirato indietro davanti a nessuno e penso che non sarà un pomeriggio in Questura a fargli cambiare idea.
A me quel video ha rimestato lo stomaco, credetemi.
Pensare ai fiumi di droga che infestano Cosenza e arricchiscono la ndrangheta nell’indifferenza generale e vedere due volanti e quattro poliziotti impegnati a neutralizzare una persona, ben conosciuta, che passeggia per i fatti suoi, mi preoccupa molto.
Pensavo, dopo dodici anni dal tentativo, fallito, di zittire mia figlia con accuse tanto gravi quanto fantasiose, di non dover più vedere cose del genere.
Ma evidentemente mi sbagliavo. E allora un consiglio a tutti quelli che non chinano la testa: state in campana, mai abbassare la guardia.