La task force dell’Asp di Cosenza da un paio di giorni ha spostato il suo quartier generale per l’effettuazione dei tamponi da Serra Spiga (la situazione era diventata ormai insostenibile) alla cosiddetta Cittadella del Volontariato di via degli Stadi di proprietà comunale, dove – tra l’altro – è ubicato anche il famigerato Welfare che non solo non funziona ma fa danni su danni. Il protocollo prevede che chi deve essere sottoposto a tampone entra con la sua auto all’interno dello spiazzo riservato all’Asp.
Nel pomeriggio di oggi, tutti i cosentini hanno potuto vedere con i loro occhi il pessimo funzionamento della macchina organizzativa da parte del Comune (non certo dell’Asp, che in questo caso è ospite degli sciacquini del sindaco cazzaro che ci ritroviamo). Sono bastate poche ore per fare andare tutto in tilt. Le file partivano da Città 2000 mentre l’entrata è stata sistemata di fronte allo Store del Cosenza Calcio. E, diciamocelo francamente, chi ha avuto questa idea andrebbe preso a calci nel sedere.
Lo “scienziato” che ha avuto questa “brillante” idea pare che sia stato quella nullità dell’assessore Vizza (famoso in tutta l’area urbana per le sue figure barbine, che ormai sono diventate per tutti figure di… Vizza) con l’approvazione – manco a dirlo – del sindaco cazzaro di cui sopra.
Ora, non servono certo “scienziati” per capire che l’ingresso poteva essere disposto tranquillamente da un’altra parte senza intasare la viabilità e senza stressare la gente che ha già tanti pensieri in testa. Si poteva far entrare la gente o nella piscina- che sulla carta è ancora comunale – o nelle adiacenti strutture sportive (dove le attività sono ferme dopo l’ultimo Dpcm che ha sospeso sia lo sport natatorio che il calcio giovanile). Entrambe le zone hanno comodità di parcheggi e strade a scorrimento veloce e ognuno avrebbe potuto sottoporsi a tampone con più tranquillità e senza dover stare in fila per ore.
Ma a Cosenza c’è un problema, probabilmente unico in Italia: la piscina comunale e le strutture sportive, sulla carta sono del Comune ma in realtà sono in mano ai privati, i quali guadagnano quello che devono guadagnare e non pagano i canoni. Come fanno? Fanno sempre dei lavori di miglioramento (senza autorizzazione) è così scomputano sul canone. Intendiamoci, non è un problema che ha creato Occhiuto, visto che i soggetti “beneficiari” sono entrambi clienti del vecchio Mancini, ma – vivaddio – Occhiuto è bravissimo a dire che, secondo la sua testa bacata, tutti i debiti del Comune li ha fatti il “grande vecchio” ma quando dovrebbe eliminare qualcuno dei guasti che ha provocato il vecchio leone, col cacchio che interviene… Anzi, a quello della piscina l’ha tenuto pure per anni in giunta prima che la gente – giustamente – lo trombasse alle ultime elezioni comunali.
Lettera firmata