Cosenza, ancora qualche domanda sul Museo delle Bambole

Sul Museo delle Bambole

Mentre il marchese-mecenate R.B.R.D’A. è totalmente impegnato a cercare dei media che gli diano spazio per contrastare le sue figure barbine – contrastare, si badi bene, non rispondere alle domande che in tanti si sono posti –, ritorniamo sull’argomento Mab, formulando nuove e vecchie domande.

Forse è ora che qualcuno chiarisca come funziona il Mab e soprattutto se questo grava sulle casse comunali; con quale criterio vengono concessi al marchese Roberto Bilotti Ruggi D’Aragona spazi pubblici e ruoli che non gli competono; se il Mab è costituito da copie o multipli; se siamo in presenza di un Museo o di semplice arredo urbano.

Visto il costo dell’assicurazione del Mab, infatti, si potrebbe optare per arredo urbano, o per un museo delle bambole, anche perché questo è il luogo dove, a differenza di un museo vero, le opere non vengono per nulla tutelate e lungo il percorso niente identifica le statue per quello che sono.

Un museo, inoltre, non può rischiare che le sue opere vengano danneggiate da incidenti e questo ciclicamente è avvenuto, in più, un’opera museale non può subire attacchi quali macchine che investono le opere, ragazzini a cavallo sul Lupo, bombolette spray e altro. Ovviamente, se si definisce Museo, emerge una incauta gestione comunale.

Gli altri interrogativi che si sono posti tanti cittadini, riguardano:

1. La proprietà, a chi appartiene il Mab?

A suo tempo Bilotti Enzo, padre del marchese Roberto, si riprese alcune opere – e non fu la prima e ultima volta – come si può leggere nell’articolo in foto, e il nobile Roberto, invece, ritirò quelle dell’artista americano Justin Peyser per piazzarle a Rende. Perché, se c’è stata una donazione, le opere di Peyser da corso Mazzini sono finite davanti al Comune di Rende? È un meccanismo strano che nessuno spiega;

2. Come funziona il Mab? Chi stabilisce quali opere portare a Cosenza e chi le valuta? Bilotti può piazzare qualsiasi cosa? 

3. È tutto gratis oppure la donazione prevede dei costi? E se è così, che valore ha la donazione? Queste donazioni arrivano a fronte di rimborsi spesa?

4. 30.000 € (trentamila!) di assicurazione per un museo e per giunta all’aperto, non è una cifra troppo irrisoria?

5. Sul Mab sono state compilate delle schede inerenti le opere e sono state consegnate al comune, ma mai sono state applicate alle statue, si tratta di dettagli tecnici che non sono stati mai resi pubblici.

Il Comune dovrebbe mettere a disposizione “come prassi museale vuole” tutte le indicazioni sulle opere, anche perché un Museo è un ente didattico e non solo espositivo, quindi deve dare tutte le corrette indicazioni su ogni opera esposta.

6. Il Mab è riconosciuto dall’ Icom e dal MIBACT?

Sicuramente, l’uomo che regala musei, invece di perdersi in spiegazioni irrilevanti, dovrebbe rispondere ai quesiti posti in maniera documentale, tutto il resto è… noia.