Cosenza, asili nido. La Sinistra Cgil avverte Franz (e Nicola): “Il Comune lavori per cercare risorse”

La qualità della vita di una città si misura anche dal livello dei servizi che l’Amministrazione comunale riesce ad offrire alla propria comunità. E dalla vicenda degli asili nido comunali, scoppiata pubblicamente e con fragore in questi giorni, come di tutta la situazione dei servizi educativi per l’infanzia e l’adolescenza, si può affermare senza alcun dubbio che questa è molto bassa.

Non staremo ad entrare nella polemica sulla nascita prima dell’uovo o della gallina e sulla sterilità demagogica del dire sempre che si è ereditato il peggio: la situazione catastrofica delle finanze cittadine era arcinota a tutti e la dichiarazione di default ben conosciuta. Un’Amministrazione ha il dovere, a nostro avviso, di fronte allo stato dell’arte che assume in mano di elaborare analisi e proposte, di realizzarle e garantire le risposte e i servizi adeguati.

Nello specifico, non prendere atto della situazione e lamentarsi ma il compito dell’Amministrazione Comunale è promuovere il progressivo consolidamento e l’ampliamento dei servizi educativi, nonché la loro accessibilità a tutti e tutte ed in particolare a chi ne ha più necessità.

Da 129 bambini frequentanti gli asili nido pubblici solo pochissimi anni fa, siamo arrivati ai 60 di oggi. Parliamo di una percentuale molto bassa della fascia degli aventi diritto, mentre a Barcellona gli Stati dell’Unione Europea avevano stabilito la soglia del 33% di copertura per la fascia d’età 0-3, a Cosenza ci aggiriamo sotto il 5%!!!

Un calo così forte è stato determinato dalla chiusura di un asilo e soprattutto dalle rette molto elevate che si pagano a causa dei sensibili aumenti degli ultimi anni e addirittura con la scomparsa della fascia di esenzione per le famiglie con ISEE molto bassi.

Un dato triste, che si accompagna alla chiusura del servizio pre e post scuola e al forte ridimensionamento del servizio di ludoteche e supporto all’infanzia e alla prima adolescenza che si effettua in tre quartieri della città.

Così la nostra città soffre di un livello basso e addirittura in forte calo dell’offerta di questi indispensabili servizi facendo emergere pesanti disparità non solo con le altre città del Nord ma intollerabili disuguaglianze tra quartieri e quartieri della città dove emergono zone totalmente private della necessaria attenzione, dove spesso troppe famiglie non possono sopportare i costi del privato.

Oltre ad aver determinato una condizione di incertezza lavorativa tra le tante occupate nei vari servizi, che da anni soffrono un avvilente stato di precarietà e continua insicurezza, la diminuzione dei diritti contrattuali, delle ore lavorate, dei loro redditi.

Una Amministrazione votata allo sviluppo vero ed al progresso sociale dovrebbe assumere come obiettivo strategico quello di promuovere una cultura dell’asilo nido e di adeguati servizi per infanzia e adolescenza, proprio per evitare uno dei fenomeni più rilevanti che è quello della povertà educativa. Incentivarne il numero e la fruizione darebbe la possibilità di costruire una speranza per le tante famiglie oppresse dallo stress lavorativo e dal mancato accesso ai servizi di prima necessità. E rappresenterebbe un patrimonio per garantire ai bambini ed ai ragazzi tutti gli strumenti necessari per essere cittadini a pieno titolo.

Ciò significa svolgere politiche attive ed investire sul contrasto alla povertà educativa, sulla creazione di opportunità formative che garantiscano una coesione sociale fondata sui principi costituzionali.

E’ necessario che in città si cominci a parlare dei patti educativi di comunità pensati per mettere in rete esperienze didattiche ed educative altrimenti disorganiche e dispersive. La presenza nel territorio di asili nido e di servizi educativi per l’infanzia e l’adolescenza rappresenta un investimento di lungo periodo non solo sull’occupazione femminile ma soprattutto sull’apprendimento nella fase della vita in cui sono più ricettivi e si gettano le basi di tutte le conoscenze successive.

La scelta dei tagli di servizi fondamentali che vengono freddamente definiti “a domanda individuale”, di non ritenerli una priorità assoluta come invece sono, l’escamotage dell’affidamento del servizio in concessione a chi lo effettua (manovra che sgrava l’Amministrazione da responsabilità ma contribuisce ad affossare l’offerta), sono operazioni affatto condivisibili.

Si tratta, all’esatto contrario, di reperire tutte le risorse possibili (fondi per Progetti, sovvenzioni ad hoc della Regione) per garantirli e potenziarli. Questo è quello che ci attendiamo da un’Amministrazione Comunale, su questo tutto il nostro contributo. Non si conti, al contrario, su nostri silenzi reticenti e complici.

Pino Assalone, coordinatore di “Democrazia e Lavoro” – Sinistra CGIL