Cosenza. Assolto da ogni accusa ma ancora costretto fuori dal “Marulla”

COSENZA, ASSOLTO DA OGNI ACCUSA MA ANCORA COSTRETTO FUORI DAL MARULLA

Francesco Azzinnaro, insieme a tanti e tante di noi, è da anni in prima linea nelle lotte sociali, soprattutto per il diritto alla casa e per un lavoro dignitoso e stabile. È anche un ultrà del Cosenza.

A causa di un provvedimento di DASPO, è stato costretto a stare lontano dallo stadio Marulla e da tutti gli stadi italiani per cinque anni. Una misura spropositata, aggravata dall’obbligo di firma durante le partite, che limita la libertà di movimento di migliaia di persone in tutto il Paese. Questo strumento giuridico, da stato di polizia, viene utilizzato dalle questure basandosi su pregiudizi, come dimostrano le decine di ricorsi vinti anche nella nostra città.
La vicenda di Francesco presenta ulteriori elementi di incredibilità. È stato assolto dalle accuse e ha vinto il processo penale che aveva motivato il DASPO, ma, nonostante siano passate settimane dall’assoluzione, non gli viene ancora permesso di rientrare allo stadio. Il Cosenza Calcio, infatti, gli impedisce l’acquisto del biglietto perché risulta ancora “daspato”, una vera e propria ripicca da parte della questura cittadina.

È importante ricordare che questa vicenda giudiziaria era stata l’elemento centrale con cui la questura di Cosenza, sempre attenta, aveva giustificato la richiesta di sorveglianza speciale di pubblica sicurezza nei confronti di Francesco, il quale per due anni è stato costretto a sopportare questa vergognosa misura di prevenzione.
Una vicenda tipicamente “alla cosentina”, caratterizzata da abusi di potere e teoremi che puntualmente si rivelano farlocchi, che, sebbene non ci sorprenda, vogliamo denunciare con forza.

Queste forme di sopruso, messe in atto dalle istituzioni pubbliche che dovrebbero essere al servizio dei cittadini, non sono più tollerabili. Ci aspettiamo che la situazione venga risolta già nelle prossime ore, così da permettere a Francesco di tornare al Marulla già dalla partita di domenica, come è suo sacrosanto diritto.

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