Radio Annunziata sussurrava già all’inizio di luglio che a breve ci sarebbe stato un nuovo ingresso nel team guidato dai fratelli De Salazar, Achilluzzu Gentile e Francesco Amato e all’ingegnere Amedeo De Marco fischiavano le orecchie. Non facendo parte del “triumvirato” era chiarissimo che sarebbe stato esiliato nel cimitero degli elefanti della Cittadella regionale dopo la dipartita di Jole Santelli e l’avvento del famelico parassita Robertino Occhiuto.
E già, perché era stata proprio Jole a determinare l’irresistibile ascesa di De Marco nominandolo direttore del Dipartimento Tecnico-Amministrativo dell’Azienda Ospedaliera, in pratica capo dell’ufficio tecnico. Senza se e senza ma. Tuttavia, chi troppo in alto sale cade sovente precipitevolissimevolmente e l’ingegnere De Marco, ormai da tempo, era stato messo ai margini della “pappatoia”. E così, il 18 luglio, alla chetichella e senza clamore, i tre nuovi padroni dell’Annunziata avevano messo nero su bianco la delibera che “eliminava” De Marco dal business. Almeno fino al prossimo mese di dicembre…
L’ingegnere De Marco, beninteso, era già un “pezzotto” prima che Jole Santelli vincesse le elezioni in Calabria, inevitabilmente in quota Cinghiale (il senatore Tonino Gentile per i nuovi di Iacchite’). Del resto, era già in servizio nel Ruolo Professionale dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, a seguito di vittoria di pubblico concorso, con l’incarico di Direttore dell’Unità Operativa Complessa Attività Tecniche e Patrimonio da Settembre 2007.
Gli era stata affidata la responsabilità dell’Unità Operativa Complessa “Attività Tecniche e Patrimonio”, che aveva accorpato le tre preesistenti Unità Operative Complesse “Servizio Tecnico”, “Patrimonio”, “Information Technology”.
Nell’ambito di tale funzione coordinava le attività tecniche ed amministrative relative agli appalti di nuove opere, nonché di manutenzione edile ed impiantistica dei tre ospedali di pertinenza dell’Azienda (Annunziata, Mariano Santo e Santa Barbara di Rogliano), e degli altri immobili di proprietà.
In più, svolgeva le funzioni di RUP – Responsabile Unico del Procedimento – per tutti i lavori appaltati; per alcuni lavori svolgeva anche le funzioni di Progettista e/o Direttore dei Lavori;
e presiedeva le Commissioni d’appalto per affidamento dei Lavori.
Era responsabile della gestione delle attività relative al Patrimonio Immobiliare e Mobiliare.
E di tutte le attività connesse all’informatizzazione aziendale, ivi compresa la manutenzione di hardware e software in dotazione. Un potere immenso.
Con l’arrivo della Panizzoli da Bergamo, “modello Lombardia”, per pagare “tangenti” alla Lega, in perfetto accordo con la Santelli, il potere di De Marco, se possibile, è diventato ancora più schiacciante.

Non è un caso infatti che l’ingegnere Amedeo De Marco, marito della cugina della Santelli (Maria Teresa Pagliuso, sciuaddru nuastru…), è diventato ufficialmente la longa manus della politica regionale e abbia ricevuto l’incarico di direttore del Dipartimento Tecnico-Amministrativo dell’Azienda Ospedaliera. Tutto passava dalla sua scrivania e mentre entrava ed usciva dalle stanze dei direttori, aveva arruolato amici che lavoravano gratis al suo posto. Per molto tempo, giusto per fare un esempio, si aggirava negli uffici amministrativi una ingegnera, molto nota al Comune di Cosenza per i tanti incarichi ricevuti, che aveva una sua scrivania e la facoltà di aprire fascicoli di ogni specie e di mettere mano su tutte le pratiche che passavano per l’ufficio tecnico. Pur non avendo più alcun incarico che la autorizzasse a lavorare per l’ospedale di Cosenza, aveva persino il potere di indicare a quale altro professionista sia più conveniente affidare incarichi.
I poteri forti avevano trovato la quadra per individuare la figura da mettere alla guida dell’Asp di Cosenza dopo le dimissioni di Zuccatelli. Il profilo ideale per i papponi e le pappone che sguazzano nella sanità cosentina sarebbe stato quello di Simonetta Bettelini, veneta, attualmente direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza e alter ego della più famosa Giuseppina Panizzoli, bergamasca, commissario della stessa Azienda Ospedliera.
La soluzione era una sorta di “asse di ferro” per le signore che venivano dal Nord: una all’Asp e una all’ospedale. Con il placet totale della Santelli, alla quale la nomina era stata caldeggiata proprio dall’ingegnere Amedeo De Marco, marito di sua cugina Maria Teresa Pagliuso, membro della sua task force per l’emergenza virus, a sua volta convinto dalla subcommissaria della sanità calabrese Maria Crocco. La mitica “Maria” che cazziava l’ebete generale Cotticelli in diretta televisiva… Intelligenti pauca.
Ma la Santelli è passata a miglior vita troppo presto e l’ingegnere De Marco s’è ritrovato da solo, come accade sempre quando finisce un’epoca. E non ci vuole molto a capire che qualche scheletro negli armadi dell’Annunziata l’ha lasciato, eccome se l’ha lasciato. Radio Annunziata sussurra che sarebbe attenzionata la procedura con la quale ha cacciato l’azienda di riferimento dei lavori all’ufficio tecnico (manutenzione in tutti i campi), la Engie, per “arruolare” i suoi amichetti della Guerrato, sponsorizzati dalla Consip. Con un dispendio di denari non certo indifferente: da 3 milioni a 6 milioni all’anno (per un totale di 30 milioni all’anno, mica pizze e fichi). E omettendo clamorosamente uno specifico decreto legislativo. Che ha indotto il trio De Salazar-Achilluzzu Gentile-Amato a prendere provvedimenti.
Non solo: pare che l’ineffabile ingegnere abbia fatto perdere all’Azienda Ospedaliera di Cosenza circa 19 milioni di euro di fondi derivanti dal Pnrr. Un disastro…
Adesso De Marco è fuori ma soltanto fino a dicembre e in cuor suo spera che De Salazar e i suoi scudieri vengano fatti fuori da Robertino a favore di qualche altro soggetto che lo possa “ripescare” ed è proprio per questo che ieri notte Radio Annunziata ha chiuso le sue trasmissioni sussurrando che per De Marco potrebbe arrivare molto presto una rovinosa denuncia per un corposo danno erariale. Chi vivrà, vedrà.