Cosenza, Barile scarcerato. Di chi sono i 2 milioni e mezzo di euro sequestrati?

Il gip del Tribunale di Cosenza Piero Santese ha disposto la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari per Mimmo Barile in quanto non essendo più amministratore delle aziende da cui è accusato di aver distratto milioni di euro non vi sarebbe più il pericolo di reiterazione del reato.

Mimmo Barile era stato arrestato nei giorni scorsi per bancarotta fraudolenta.  Contestualmente, i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria hanno eseguito un sequestro preventivo di circa 2 milioni e mezzo di euro nei confronti di tre società gestite dal medesimo imprenditore. Per quanto se ne sa, dunque, è stata disposta la revoca degli arresti domiciliari ma non quella del sequestro. E se Barile non è amministratore delle aziende, che fine faranno adesso questi soldi? Fanno parte o no della sua disponibilità?

Secondo il gip, ad ogni modo, il provvedimento di revoca dei domiciliari lascia “inalterato” il quadro indiziario “tenuto conto che l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere”.

La società fallita, la Nord Hotel, è stata nel tempo gravata da rilevanti esposizioni debitorie nei confronti di banche, fornitori e società di leasing, nonostante sia stata destinataria di rilevanti contributi regionali sin dagli anni 90. Il dissesto finanziario della società e, quindi, il depauperamento del patrimonio della stessa, è stato pertanto la conseguenza di una gestione caratterizzata da continue e ingiustificate distrazioni di denaro perpetrate dai soci, sia a favore di loro congiunti sia sotto forma di finanziamenti a favore delle altre società del “Gruppo”. Questa era ed è la tesi dell’accusa. A questo punto, si tratta di verificare il flusso dei soldi e trarre le necessarie conclusioni.