Cosenza, bella senz’anima

Non è la sola bellezza dei luoghi a rendere viva una città. Magari bastasse solo questo: senza quell’ingarbugliato intreccio di passato, presente e futuro che aleggia su ogni luogo tra realtà e immaginazione, la bellezza non susciterebbe nessuna emozione. Solo lo stupore di un momento che non diventerà mai un ricordo. Un lampo di ammirazione che subito svanirà. Un muto capolavoro che non ha niente da dire: bello sì, ma senz’anima. E senza l’anima la bellezza non parla, i luoghi non raccontano, i vicoli non narrano, le strade non comunicano. È l’anima dei luoghi a rendere viva la bellezza, è l’anima della città che fa parlare i muri.

Tutte le città hanno una loro anima. Ma qual è l’anima di Cosenza? C’è chi, per rispondere a questa domanda, si rifà alla storia, alle tradizioni, alla cultura popolare, tutti aspetti necessari per meglio tracciare la nostra identità culturale, i nostri pregi e i nostri difetti, ma l’anima è qualcosa che va oltre la “storia”, bisogna scendere nel profondo, scavare nella coscienza collettiva per capire la nostra vera indole. È come viviamo la città a dare l’anima alla stessa. Un’anima che Cosenza, nel tempo, ha smarrito. Dell’anima ribelle, solidale, politica, intellettuale, poetica, critica, sociale, resta ben poco, anzi quasi nulla, solo l’ombra di un ricordo che è meglio nascondere nel buio della coscienza collettiva. E nel buio ognuno può tirare fuori, senza paura di essere visto, la sua anima nera.

Cosenza è una città bella ma senz’anima, direbbe Cocciante. Non ha più una storia da raccontare. Non ha un’anima da svelare. Ciò che è stato non è più, e questo è evidente, tutto è stato fagocitato dalla rassegnazione, e i luoghi hanno smesso di raccontare chi veramente siamo. La percezione di una realtà immutabile ha reso forte l’anima nera di questa città che ora domina in ogni luogo: le strade parlano di lei, i vicoli raccontano le sue gesta, le piazze si riempiono della sua impalpabile ombra che incute timore e rispetto. Ed è per questo che in tanti hanno imparato che tutto sommato è conveniente ripararsi all’ombra delle anime nere, specie quando il sole picchia forte. Un rifugio sicuro per tutte quelle anime in pena che vagano per la città. Il luogo perfetto dove ognuno può salvare la propria anima. E poco importa il colore dell’anima anche perché in questo caso non si tratta né di razzismo né di politica. Il nero, in fondo, è solo l’altra metà del bianco. La coscienza è salva. Amen.