“Popolo brunoriano!”. Ieri mattina, nel piazzale dell’anfiteatro all’Università della Calabria, Dario Brunori ha salutato così la marea di fan che, a sorpresa, si è presentata all’appuntamento che il cantautore cosentino aveva dato ai giornalisti per una rituale conferenza stampa. I fan non ce l’hanno fatta ad attendere fino alle 18 per il fatidico firmacopie del Cd e così hanno voluto omaggiarlo appena ha messo piede ad Arcavacata tributandogli un’ovazione che difficilmente dimenticherà. Del resto, subito dopo il boato della platea, Dario ha confessato candidamente di essere più emozionato adesso (a dire il vero ha detto mo’ ara cusentina) che quando è salito sul palco di Sanremo. E l’emozione traspariva tutto da quello che diceva e da come lo diceva: “Grazie per tutto l’incredibile affetto che ho ricevuto e per questo senso di appartenenza che non c’entra niente con il campanilismo ma è solo un sano desiderio di rivalsa e io sono felice di essere stato tramite di questa cosa…”.
Ancora visibilmente emozionato, Dario ha fatto qualche giro di chitarra in più prima di intonare “Sono cresciute veloci le foglie sull’albero delle noci…” e quando ha sentito che i fan gli andavano dietro e conoscevano già tutte le parole a memoria ha “rotto il fiato” come succede ai calciatori dopo il primo allungo di una partita e ha tirato fuori il meglio della sua voce per celebrare un evento che alla vigilia del Festival oggettivamente era difficile prevedere.
Il “popolo brunoriano” è stato l’indiscusso protagonista del Brunori day di ieri. In quelle oltre mille persone che hanno “battezzato” il nuovo corso del cantautore c’era tutto il mondo di Dario. Partendo ovviamente da quelli che ci sono sempre stati e che – giustamente – hanno rispolverato le magliette di “San Brunori” e i santini che si riferivano a Guardia 82 e al mitico 31 agosto, ormai ribattezzato da tutti i fan come il suo giorno, quello in cui c’è una storia che nasce e un’estate che muore.
Ma la vera scoperta sono stati i nuovi fan, per la stragrande maggioranza giovanissimi ovvero i maggiori fruitori dei Cd, di Spotify e di tutte ‘ste diaboliche piattaforme nelle quali si ascolta la musica. Erano veramente tanti, più ragazze che ragazzi, e tutti emozionati ed entusiasti con lo smartphone in mano. Dario lo sa che in tanti si sono avvicinati a lui e non li delude anzi li accoglie come meglio non potrebbe, facilitato anche da quella paternità che l’ha reso più sereno e disposto alla full immersion nonostante un carattere sostanzialmente schivo e riservato.
E poi non bisogna dimenticare né tralasciare la “quota boomer”, sì insomma gli over 50 e persino gli over 60 e qualche over 70. Molti ci sono sempre stati e fanno parte di quello “zoccolo duro” che segue Brunori fin dai primi vagiti. Ma non mancano anche i “boomer” di nuova entrata, quelli che l’hanno conosciuto al Festival e sono rimasti folgorati sulla via… di San Fili. Erano già brunoriani e non lo sapevano dirà Dario come al solito tra il serio e il faceto. Siamo molto curiosi di vedere le platee del tour che da marzo si protrarrà per tutta l’estate e toccherà tutta l’Italia. Soprattutto quelle platee che lo accompagneranno al Circo Massimo e all’Arena di Verona ma anche quella che lo celebrerà in “patria”, ai Ruderi di Cirella. Il nuovo corso di Brunori è appena cominciato e sinceramente non sappiamo ancora come si evolverà e quanto coinvolgerà. Al momento non lo sa nemmeno lui ed è per questo che sarà ancora più bello viverlo tutti insieme. Ma da marzo a ottobre dovunque e comunque vada sarà un successo. 











