Che ci fosse qualcosa che non andava nella gestione del processo Apocalisse lo abbiamo scritto ieri, e neanche il tempo di scriverlo che le anomalie continuano. È notizia di questa mattina di un blitz dei carabinieri che hanno tratto in arresto proprio Marco Perna, insieme a Andrea Minieri e Paolo Scarcello. I tre proprio ieri avevano assistito, a piede libero, all’udienza del processo “Apocalisse”, dove risultano imputati, per ascoltare le dichiarazioni dell’ultimo dei pentiti: Vincenzo De Rose.
Ricordiamo che Marco Perna, Andrea Minieri e Paolo Scarcello, dopo il loro arresto, erano stati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari. Una misura che evidentemente alla DDA di Catanzaro non andava più bene, al punto che si è affrettata, dopo la penosa udienza di ieri, a chiedere al presidente Carpino l’arresto dei tre. Le motivazioni riportate nell’ordinanza parlano di un aggravamento del quadro accusatorio a seguito delle dichiarazioni dei pentiti e dell’atteggiamento tenuto da Marco Perna durante alcune udienze. Una scusa bella e buona e spieghiamo il perché: esiste già una valutazione del giudice Di Dedda che poneva il Perna e gli altri ai domiciliari ritenendo inesistenti il pericolo di inquinamento delle prove, la reiterazione del reato e il pericolo di fuga. E se l’aggravamento del quadro accusatorio è dato dalle dichiarazioni di Vicianzu u nivuru che parla di tutto tranne che di Perna, e dall’atteggiamento dello stesso, lo capisce anche un bambino che quella di oggi è una ripicca del pm nei riguardi degli imputati. La Giustizia non dovrebbe ragionare con la pancia. Ma tant’è.
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