Cosenza, burattini e burattinai. La sceneggiata di Nicola Adamo

Le tornate elettorali, si sa, provocano sempre scossoni all’interno di questo o quello schieramento. Ma tutto quello che le forze politiche raccontano in pubblico sugli scontri tra partiti è solo fumo negli occhi, una messinscena utile a coprire le solite, miserabili manovre di potere. E il più classico degli esempi ce lo offre ancora una volta Cosenza, dove va in scena la tragicommedia del falso scontro tra Nicola Adamo, il manovratore occulto, e Franz Caruso, il burattino istituzionale che firma quello che gli mettono davanti.

Una recita ben studiata, mascherata da normale dialettica politica, che però tradisce l’intenzione precisa: quella di far apparire vacillante una maggioranza che, almeno sulla carta, sembrava granitica. Ma sono crepe volute, costruite a tavolino. Perché Nicola Adamo non fa nulla per caso: vuole che sembri tutto in discussione, vuole far credere all’opinione pubblica che c’è uno scontro sulla gestione della città. Il vero obiettivo? Mettere sotto pressione il burattino Franz Caruso e colpire il suo alleato più ingombrante, Gigino Incarnato, appellandoli come incapaci, inadeguati, utili solo finché obbedienti. Un ricatto in piena regola, consumato davanti agli occhi dell’elettorato. E così, da copione, Nicola – accompagnato dalla sua dolce metà Madame Fifì, e persino dal ritrovato Guccione – sferra le sue stoccate: Franz è inadeguato, dice, carente su welfare, trasporti, PSC. Peccato che a queste stesse questioni Adamo non abbia mai dedicato nemmeno mezzo pensiero da quando Franz si è seduto sulla poltrona da sindaco.

Fino a ieri, dei poveri e dei disagiati non gliene fregava un accidente. E nemmeno della sua assessora fantasma all’urbanistica, Giuseppina Rachele Incarnato – figlia del suo fedele alleato Tic Tac  – ha mai avuto qualcosa da ridire. Da novembre 2021, giorno della sua nomina, Giuseppina detta Pina è stata un’ombra silenziosa a Palazzo dei Bruzi: niente dichiarazioni, nessuna presenza pubblica, zero comunicazione istituzionale. Un fantasma a cui però sono passati sotto mano milioni di euro tra PNRR, Agenda Urbana e CIS. Appalti, incarichi, forniture, RUP: tutto gestito nel silenzio più totale. Nessuna traccia online, atti pubblici spesso spariti in fretta dall’albo pretorio o allegati vuoti. Finché era utile tenerla invisibile, Adamo non aveva nulla da ridire. Ma oggi, nella sceneggiata del finto scontro, Giuseppina diventa improvvisamente bersaglio. Perché colpire lei serve a colpire Incarnato. E colpire Incarnato serve a rimettere in riga chi ha osato uscire dalla linea tracciata.

In questo quadro, Nicola, come da copione, cambia maschera. Si scopre di sinistra, vicino al popolo, paladino delle fasce deboli. Guarda caso, proprio dopo che i socialisti di Tic Tac Incarnato hanno mollato il Pd per sostenere Sandro Principe a Rende. Mossa che ha spiazzato il vecchio Capu i Liuni, costretto a correre ai ripari, a spacciarsi per quello che non è. Ma la verità è una sola: Adamo non difende nessuno, se non se stesso. Usa il disagio dei cosentini come una clava, come un pretesto per attaccare, per riposizionarsi, per punire chi si è permesso di sganciarsi dal suo controllo. E siccome non si ferma davanti a nulla, usa anche la sua contrarietà a una possibile candidatura di Franz alle prossime Regionali come ulteriore arma di ricatto. Un messaggio chiaro al burattino Franz che ai pennacchi ci tiene tanto: o si rientra nei ranghi, o si paga il prezzo. Un modo subdolo per ricordargli chi comanda davvero, e per tenere sotto controllo anche le future ambizioni, nel caso in cui Franz si illuda di potersi emancipare dal guinzaglio.

Adamo lo dice apertamente: teme che da giugno si parlerà più delle ripercussioni del voto di Rende sul Comune di Cosenza che dei risultati elettorali in sé. Un modo per alzare la tensione, per lanciare segnali, per fare intendere che, se qualcuno ha in mente qualche “pedi i gaddru” nei suoi confronti, lui è pronto a smontare tutto. E insieme alla minaccia arriva la finta benevolenza: il Pd, dice, avrebbe potuto chiedere un tagliando per tutta la giunta, ma ha scelto di non farlo. Non ora. Una tregua apparente, utile solo a rimettere in riga chi si sta agitando troppo. Del resto, parliamo dello stesso Nicola Adamo che ha ispirato e alimentato per anni il più becero clientelismo politico, massonico e mafioso, che Franz ha sempre avallato e messo in atto a Palazzo dei Bruzi, trasformando la casa comunale in una sua personale succursale affaristica. E oggi, ironia della sorte, proprio lui rimprovera la mancata azione politica al suo pupazzo: welfare allo sbando, trasporti immobili, PSC in odore di continuità con Occhiuto. Tutti elementi che oggi Nicola tira fuori uno per uno, solo perché gli servono. Fa uscire solo quello che gli conviene. Sceglie il momento, le parole, le critiche. E non per cambiare davvero le cose, ma per ribadire che tutto passa da lui. Nessuna lite vera, nessuna rottura. Solo un promemoria: senza Nicola Adamo non si muove foglia.

Il messaggio è chiaro: se a Rende dovesse vincere Sandro Principe – e per molti analisti il risultato sembra già scritto – o si trova un accordo per continuare a fare affari insieme, oppure Nicola rovescia il tavolo. A Palazzo dei Bruzi non entrerà nulla che non sia stato approvato da lui. Né uomini, né affari, né logiche. Chi pensa di portare nuove cordate o nuove famiglie a fare incetta di incarichi, è avvisato. La linea è una: o con lui o fuori. E se serve, salta pure il pennacchio di Franz. Ma solo se serve… Ché al Comune di Cosenza ci mangiano tutti, persino i guappi… di cartone.