Cosenza Calcio, 90 minuti di contestazione a Guarascio tra “pezzente vattene” e il fatidico cavalcavia della Scalise

La contestazione al presidente Guarascio è tornata chiara e forte come non lo era da tempo. Da quando, per capirci, lo zoccolo duro della tifoseria lo mandava sistematicamente a quel paese per tutta la durata delle partite e successivamente disertava addirittura i gradoni del “Marulla” per tre mesi.

Ieri allo stadio c’erano solo 3.269 “stoici” tifosi che hanno sfidato il freddo e il maltempo per la squadra del cuore ma nello stesso tempo non hanno perso occasione per dire, anzi gridare a Guarascio quello che pensano di lui. A partire da quello striscione, che era stato messo in naftalina ma che ieri è apparso in tutta la sua eloquenza: Guarascio vattene.

Sembra proprio che non ci sia più nessuno disposto a difenderlo o a spezzare una lancia per lui: niente di niente. Tutti vogliono che vada via ma il problema è che lui non solo non se ne vuole andare ma a quanto pare neanche può. Altrimenti avrebbe spiegato perché il Cosenza ha preso 4 punti di penalizzazione, avrebbe chiarito la natura di questo debito a tutt’oggi ancora misterioso per il quale è stato pignorato il conto corrente del Cosenza Calcio. E invece, per “proteggere” i suoi affari (ma anche il suo deretano…) ha cacciato via Roberta Anania addossandole incredibilmente tutte le colpe della penalizzazione mettendo al suo posto la fidata Rita Rachele Scalise. Chiudendosi nel suo solito ridicolo e irritante silenzio. E naturalmente continua con la sua solita mentalità sparagnina a non rafforzare come dovrebbe la squadra. Insomma, sembra proprio che i tifosi del Cosenza debbano continuare un calvario infinito perché sono davvero in pochi a credere che si metterà da parte per aderire alla presunta offerta d’acquisto di un sedicente fondo arabo che tuttavia avrebbe le precise sembianze di due faccendieri cosentini senza né arte né parte se non quella di fottersi i fondi pubblici e far fallire aziende a manetta… sotto l’ombrello di Occhiuto (che fa sempre rima con imbuto).

Ma Guarascio è considerato – e forse anche giustamente – addirittura peggio di ‘sti due grandissimi imbroglioni perché la tifoseria non sa davvero più a che santo votarsi e a che cosa appigliarsi. E rimangono così nelle orecchie i cori che gli ultrà gli hanno cantato incessantemente ieri e che molti colleghi non hanno il “coraggio” di citare. Da “Guarascio sei un pezzente vattene” – veramente esilarante – all’insuperabile “E’ ancora qua non vuole andare via ha paura che la Scalise va dal cavalcavia” per continuare con il classico “Guarascio vaffa” con il contorno di “Gargamella”, il mago cattivo nemico giurato dei puffi al quale il Nostro somiglia come una goccia d’acqua e non solo fisicamente.

A proposito: si sussurra che alla fine della partita, a causa della contestazione estesa anche alla tribuna numerata, Guarascio e il suo braccio destro abbiano chiesto esplicitamente nomi e cognomi di alcuni tifosi chiedendone il daspo… Noi non sappiamo se è vero o meno, ma se fosse vero è chiaro che la rabbia della tifoseria aumenterebbe a dismisura. E a fermarla non basterebbero neanche tutti gli agenti della digps e manco quelli della squadra mobile, con decenza parlando.

Le prospettive per il Cosenza Calcio sono sempre più nere. Anche il proverbiale “culo” del presidente sta venendo meno e la squadra è sempre più malinconicamente relegata all’ultimo posto. Il mercato è aperto, sarebbe lecito attendersi qualche acquisto per correre ai ripari ma la sensazione è che arriverà poco o niente. E lo spettro della retrocessione, del fallimento e della Serie D diventa sempre più realistico e vicino.