Cosenza Calcio, debiti e crediti reali: analisi approfondita del bilancio di Guarascio

Debiti e crediti reali. Un’analisi approfondita del bilancio del Cosenza Calcio

Fonte: La Bandiera rossoblù

Sono anni che, memori dei due fallimenti dovuti ai debiti e ad delle sciagurate gestioni, nei tifosi del Cosenza il pensiero dei “conti a posto” esercita un’attenzione notevole. Logico quindi che si tende – a fronte di una mancata programmazione dell’attuale proprietà  – a bypassare alcune decisioni approssimative con la classica frase “basta che i conti siano a posto”.

Ebbene, per dire questo, è necessario avere competenze specifiche ed essere in grado di leggere fra le righe come va analizzato ed interpretato correttamente un bilancio di una squadra di calcio, che  – è bene ricordarlo –  è a tutti gli effetti una Società.

E questo non è cosa da tutti. Perché le voci e le entrate e le uscite in una Società non hanno il valore ed il “peso” che può avere se raffrontato con i conti di una persona normale.

Avvalendoci di persone esperte del settore e che hanno le competenze necessarie, abbiamo voluto tracciare un’ analisi del Cosenza Calcio di Eugenio Guarascio, sottoponendo alla loro visione il bilancio della Società dell’anno 2019.

Ecco cosa è emerso dopo un’attenta analisi dello stesso.

Innanzitutto il bilancio delle società di calcio si caratterizza per l’elevato valore assunto dai beni intangibili, ovvero i calciatori. O meglio: sul valore dei diritti derivanti dalle loro prestazioni. I cartellini dei giocatori di proprietà rappresentano, infatti, una delle voci preponderanti dello Stato Patrimoniale, documento obbligatorio che le società sono tenute ad approvare ogni anno insieme al conto economico, al rendiconto finanziario e alla nota integrativa. Nei bilanci il valore dei calciatori viene indicato nel prospetto di attività e passività della società nello Stato Patrimoniale ed è ricompreso tra le immobilizzazioni immateriali ad utilità pluriennale. A livello contabile, l’ammortamento del costo del calciatore all’interno del patrimonio della società sarà dilatato nel tempo, visto l’utilizzo pluriennale.

Facciamo quindi un esempio per capire come cambia il valore di un calciatore negli anni considerando la quota annuale di ammortamento. La squadra X ha siglato un contratto di 5 anni, dal 2020 al 2025, con il giocatore Y acquistato per un importo pari a 10 milioni di euro. Per calcolare l’ammortamento annuale, bisognerà dividere l’importo sostenuto per il cartellino per gli anni di contratto. Nel primo anno l’ammortamento sarà quindi di 2 milioni di euro, 4 milioni nel secondo anno, 6 nel terzo e via discorrendo. Il valore del bene assunto al netto dell’ammortamento previsto sarà quindi calcolato in bilancio in relazione agli anni di utilizzo dello stesso.

Nel dettaglio però le voci da considerare sono anche altre, vale a dire: debiti verso fornitori, debiti tributari. mantenimento della categoria e, quindi, consolidamento del flusso di proventi derivanti dalla mutualità.

Questo poi va circoscritto al 2019, con i costi. Ed i costi, va spiegato, sono il valore di ciò che si è utilizzato (dopo averlo comprato/acquisito) nell’attività di quella precisa stagione (da non confondere con il conseguente – ma non sempre contestuale – esborso di denaro). Quindi:

Costi per i servizi prestati da terzi alla Società. Costi lordi per i compensi ai calciatori professionisti tesserati, oneri diversi, Interessi passivi e oneri finanziari.

Poi ci sono i ricavi, che vanno suddivisi anche in differenti voci. Anche qui va precisato che i ricavi sono precisamente il valore di ciò che si è venduto/ceduto durante l’attività societaria in quella precisa stagione, da non confondere con il conseguente introito di denaro. Perciò avremo:

Ricavi per la cessione degli spazi per Sponsorizzazioni e pubblicità e Mutualità Lega per la partecipazione alla serie B (€ 5,6 milioni per le squadre in generale),premi di valorizzazione e rendimento per eventuali giocatori prestati.

Chiariti alcuni punti, entriamo nel dettaglio del bilancio del Cosenza Calcio. Il Cosenza Calcio ha un capitale Sociale versato di 10.000€. Il bilancio è costituito da alcuni documenti, un prospetto numerario, una nota integrativa che integra le informazioni e spiega meglio i “numeri” nonché l’andamento e le modificazioni di alcune voci di bilancio, ed una relazione sulla gestione. Il prospetto numerario è diviso in stato patrimoniale e conto economico.

Lo stato patrimoniale a sua volta in attività e passività. Nelle attività sono indicate, in termini accessibili a tutti, ciò che un’azienda, una società ha e che deve avere, nelle passività ciò che deve dare in una determinata data, in questo caso al 31/12/2019.

Il conto economico è suddiviso in costi e ricavi di competenza dell’esercizio, in questo caso il 2019.

Prendiamo in esame lo stato patrimoniale.

Al 31/12/2019 il Cosenza Calcio presentava un totale di attivo circolante (valori numerari certi da riscuotere e/o facilmente smobilizzabili e/o liquidi) pari a 3,113 M€.

Di contro presentava un totale debiti pari ad € 5,576 M€.

Con un evidente sbilancio debitorio pari a 2,463 M€. A cui si aggiungono 451K€ di parte della perdita 2018 non coperta da riserve e versamenti e non riportata a nuovo. Dato peggiorato rispetto all’esercizio precedente che era pari a 1,466 M€. Peggiorato di quasi un milione di €, circa, al netto della perdita 2018.

Primo luogo comune sfatato: “Il Cosenza non ha debiti”. Il Cosenza i debiti li ha eccome. Sono tanti? No, per una società di serie B non sono tanti. Per una società di B. In serie C però è tutt’altra cosa.

Notiamo poi come il patrimonio netto della società sia di € 296K€ assolutamente sottocapitalizzata e patrimonializzata solo ed esclusivamente per ripianare le perdite.

Nel conto economico troviamo un volume di ricavi pari a 2,368M€ dovuti dovuti ad incassi dei botteghini e rivalutazioni beni aziendali immateriali sommati a poco più di 9 M€ di altri ricavi e proventi (lega, diritti tv, sponsor).

Di contro costi per il personale pari a 6 M€, vari altri costi di scarso impatto ed costi per servizi ed oneri diversi di gestione pari rispettivamente a 2,1 M€ e 2,5 M€.

I costi per servizi sono spese direttamente riconducibili all’attività d’impresa gli oneri diversi di gestione invece sono spese non direttamente riconducibili all’attività, che ci sembrano assai sproporzionate in rapporto al fatturato ed alla categoria di appartenenza e vieppiù alla palese gestione al risparmio ormai diventata leggendaria del Cosenza Calcio, e che ben si evidenzia nelle tabelle sottostanti:

“Il Cosenza ha entrate e uscite”. Così rispondeva il presidente Guarascio, non troppo tempo fa in occasione della presentazione dei nuovi acquisti (rigorosamente in prestito), alla domanda di un giornalista che chiedeva che tipo di programmazione aveva per il futuro. “Entrate e uscite”.

Dette così suonano come gli ingressi di una scuola, di un complesso commerciale o più semplicemente di un palazzo nel quale si vive. Un tentativo di dribbling goffo, come è solito fare, quando si cerca di entrare nel merito di una questione. Ma cosa sono nello specifico queste entrate e uscite? Nessuno, prima d’ora – giornalista o tifoso – si è mai interessato alla gestione economica della società dando per buona la classica “voce di strada” che il Cosenza ha i conti in ordine e che il Cosenza non ha debiti senza porsi la domanda: ma sarà vero?

Bastava una semplice richiesta al Registro delle Imprese della Camera di Commercio della Provincia di Cosenza, spendere qualche euro, studiare le carte contabili per giungere alla conclusione che non è tutto oro quello che luccica. E che è un azzardo forse affermare che “i conti sono a posto”.

Ad esempio è opportuno aver dato corso alla transazione su una parte di credito vantato dal Cosenza Calcio nei confronti di Ecologia Oggi, tuttora top sponsor della società, derivante appunto da sponsorizzazione, di ben 450K€?

In pratica si è fatta una transazione con se stesso, del tutto lecita per carità, ma opportuna? Eppoi francamente non riusciamo a comprenderne il significato, perché non è certamente quello delle difficoltà economiche di Ecologia Oggi, in quanto è tuttora top sponsor del Cosenza calcio. E allora perché?

Un’altra cosa: dato che in questo credito, derivante da fatture, c’è l’IVA che, a suo tempo, il Cosenza ha pagato ed Ecologia Oggi e non ne ha beneficiato, come mai non si è proseguito con l’azione legale? Almeno il Cosenza poteva recuperare l’IVA.

Ci rendiamo conto che sono domande che potrebbero rimanere senza risposta.

Questi i numeri. Nessuna illazione diretta o per sentito dire. Tutto scritto, nero su bianco. E tutto depositato e pubblico.

Bene, a questo punto verrebbe da chiedere altro al Presidente Guarascio, visto che queste sono le sue “entrate e uscite”. E la domanda da porre – se fosse possibile – dovrebbe essere:

Presidente, da un’attenta analisi dei conti societari si evince che, a fronte di un risparmio maniacale sul lato sportivo che ha contraddistinto il Suo operato da quando è amministratore del Cosenza Calcio, certificato dai budget più bassi della categoria che annualmente mette a disposizione dei Suoi collaboratori, si registra probabilmente uno spreco in altri settori, dove i costi per servizi e oneri diversi di gestione rappresentano quasi la metà delle uscite societarie e risultano essere di gran lunga superiori rispetto a società che hanno costi più consistenti.

Lei ha sempre sostenuto che il pane si fa con la farina che si ha ma non crede che, alla luce di tutto ciò, se applicasse lo stesso principio di contenimento dei costi, per carità legittimo, e una valutazione più attenta, anche su queste voci di spesa potrebbe destinare più risorse nella costruzione della rosa e sostanzialmente essere più competitivi rispetto alle nostre più dirette rivali?

I giornalisti sportivi da giorni stanno chiedendo un confronto. Sarebbe il caso che questa richiesta venisse esaudita. Indire una conferenza stampa dove ci sia un dialogo e un contraddittorio e dove venga illustrata in maniera chiara e inequivocabile i progetti immediati e a lungo termine sarebbe doveroso. Non può bastare un comunicato stampa, peraltro striminzito, e che non risponde a nessuno dei molteplici dubbi sul futuro del club.

Tanto sarebbe dovuto al popolo rossoblù.