Cosenza Calcio. Ma chi volete prendere in giro? La (solita) figura barbina del sindaco incappucciato

Ho concesso un tempo sbagliato, fermato una corsia
Il tuo sogno futuro è una scorpacciata di acquisti

Perché voglio essere l’anarchia in città
Sex Pistols

Fonte: La Bandiera Rossoblu (Ma chi volete prendere in giro)

E così alla fine qualcuno se n’è accorto.
Sono i governi che devono aver paura dei propri popoli, scrisse tempo fa Thomas Jefferson. Ed evidentemente il popolo rossoblù adesso inizia a far paura. La cosa curiosa è che quando la curva nord è stata multata, quando i tifosi hanno fatto 15 minuti di silenzio, quando col Benevento le due curve non sono entrate, nessuno ha sollevato (come si doveva) l’interesse sul problema che stava nascendo. Si glissava, si evitava, e si cercava sempre di dire che in realtà era importante andare allo stadio, sostenere la squadra, stargli vicino. Guarda caso, è bastato un comunicato congiunto delle due curve, per cambiare in pochissimo tempo le carte in tavola!
Adesso la B torna ad essere un patrimonio per tutta la città?
Adesso bisogna unire, adesso il Sindaco ha il potere di organizzare subito una riunione fra Presidente tifosi e altri sindaci della Provincia?
Adesso?

E prima allora? Quando i tifosi sono stati multati (per un coro!) dov’era il primo cittadino? Quando donne e bambini sono stati perquisiti col metal detector – con la tifoseria avversaria assente – perché il sig. Caruso non ha fiatato? Quando c’è stata la prima e importante diserzione del tifo organizzato – mentre la società organizzava un dispiegamento di forze dell’ordine come se in città stesse per scoppiare una guerra civile – dov’erano le istituzioni per ricomporre la frattura? Quando si metteva una foto del codice di condotta a mo’ di sottile minaccia a chi acquistava i pochissimi biglietti, perché non ho letto un comunicato del Comune che stigmatizzava la cosa?
Ora, in quattro e quattr’otto si cerca di intervenire (senza nemmeno aver mandato le comunicazioni! Forse arriveranno oggi), e nel post Modena-Cosenza si legge che il Sindaco “scende in campo” per cercare di mediare. Interessante. Verrebbe da chiedersi come mai. Ma in realtà la domanda è pleonastica. Chiediamocelo lo stesso: perché? E qui, se siete cosentini come me, sapete pure voi la risposta. Perché si vuole neutralizzare, perché si ha paura, perché si cerca di procrastinare l’improcrastinabile.
E allora, in fretta e furia, meglio vedersi prima del 27, per salvare la faccia!

Premesso che Guarascio sicuramente non si farà vedere, ma vi regalo un piccolo scoop. Questa sparata non è venuta in mente al Sindaco. Eh no, sorpresa sorpresa. Sappiamo benissimo chi (più di uno in realtà) ha avuto questa delirante pensata. Il Sindaco è stato solo chiamato a dargli una parvenza più istituzionale, per cercare di camuffare il tutto.
Ricordatevelo, una squadra di calcio è di fatto una fabbrica del consenso, che muove interessi e giochetti molto più larghi e profondi che un qualsiasi semplice tifoso può sapere. Ma se il consenso manca, la fabbrica non produce! E’ un pò come l’ultima Secessio plebis dell’antica Roma, quando i poveri plebei salirono sull’Aventino lasciando i ricchi patrizi con le mani in mano. Dopo qualche giorno i secondi furono costretti a nominare un dittatore per mediare una pace.

Qui nemmeno si aspetta, perché i patrizi di Cosenza sanno già le conseguenze. E allora “fermiamoli, prima che sia troppo tardi.” Paura, solo paura, come già detto. Se poi si prefigura pure uno scenario fosco e inquietante come quello pubblicato da Gabriele Carchidi (per chi non l’avesse letto…), è chiaro che qualcuno ha pensato bene di provare a gettare un po’ di acqua sul fuoco. Quindi, siamo sinceri, c’è solo una domanda da rivolgere a chi ha avuto folgorante e suggestiva riunione dell’ultimo secondo: ma chi volete prendere in giro?

Di fondo, la verità rimane sempre quella. Una squadra e una città in ostaggio di una persona che tutto vuole fare, tranne calcio. Ma che gode dei profitti e dei vantaggi che quest’ultimo porta. E che ormai ha mostrato a tutti la vera personalità che lo caratterizza.
Guarascio è semplicemente incagliato in quel sottilissimo meccanismo che porta la mente di un uomo alla ricerca di un edonismo assoluto, finendo per autodistruggersi sotto le sue stesse illusioni, schiavo di una immagine che non gli appartiene ma pensa di possedere. È il dramma di chi crede essere meglio (e più grande) di quanto sia in realtà. Inadatto, incapace di ricoprire il ruolo come si conviene, alla fine i danni (diretti e collaterali) che fa si vedono tutti.

Questo probabilmente è stato il peggiore degli errori commessi da Eugenio Guarascio. Suo e dei suoi fidati consiglieri. Soffiare, con molta boria, su quel “fuoco sotto la cenere” per cercare di spegnere definitivamente una civilissima contestazione. Ma il fuoco invece si è acceso, e ora divampa incontrollabile. Il peso di ricoprire un ruolo non sta nello stringere mani, farsi offrire caffè, maramaldeggiare per Corso Mazzini inventandosi scuse e affermazioni false, o prendersi targhe appena ci sono delle manifestazioni ufficiali. Ci sono delle responsabilità evidenti caro presidente, ed è inutile che lei provi sempre a mandare avanti gli altri!

Mi sono divertito l’altra sera nel sentir raccontare nella live di Giuseppe Milicchio tutte le angherie e imposizioni che i vari Ds (a partire da Ciccio Marino) hanno subito da Guarascio nella sua gestione. Il tema – fino al post Goretti – era sempre lo stesso: alzare il budget, mettere un Dg, organizzare la Società. I rapporti – anche con Trinchera, quello che ha resistito più di tutti – si interrompevano proprio quando il malcapitato di turno poneva al centro del suo rinnovo la questione “investire e migliorare”. Curioso pure il retroscena Argurio / Boscaglia, dove a quanto pare avevamo un accordo con i due già chiuso, salvo il clamoroso, ennesimo, voltafaccia di Guarascio con tanto di telefonata a Boscaglia dove (testuali parole che hanno riportato) gli diceva di “parlare con Occhiuzzi”!
Il giorno successivo arrivava Goretti.

Ancora vogliamo far finta che tutto questo scempio sia sempre stato colpa dell’incapacità del Ds o allenatore di turno? Che questa disorganizzazione e reset annuale siano dovuti a elementi e fattori esterni? Io credo che ormai sia visibile anche ai più ciechi che andazzo questa gestione societaria sia stata dal 2011 ad oggi. Soprattutto chi è l’unico e solo responsabile che ha tirato sempre i fili! Un responsabile che adesso inizia a temere di non poter gestire questa tempesta. Perché ha inconsapevolmente riacceso lo spirito più anarchico e autarchico del tifo del Cosenza.
Il 27 Gennaio può certamente diventare una data importante per i tifosi del Cosenza, soprattutto l’occasione di rivedere la forza dirompente che ci ha portato sulla bocca di altre tifoserie ben prima che conquistassimo il palcoscenico della B nel 1988. Ecco perché, come avevamo anticipato, noi del Blog ci saremo con una nostra rappresentanza.
È a tutti gli effetti una chiamata alle armi.

Vietato disertare, se siamo tifosi, ed abbiamo a cuore il futuro della nostra squadra. Anzi, visto che il Sindaco adesso si prodiga tanto per cercare di mediare un dialogo, la facciamo noi una controproposta. Porti lui Guarascio – da solo, senza scorte e minacce di multe e Daspo – alla manifestazione del 27 in piazza! Lo porti a metterci la faccia nel parlare con i “tifosi da strada” che ha vilipeso e dileggiato per anni, in primis il Sig. Valerio, storica vittima del suo disprezzo.
Lo porti a confrontarsi, a motivare le sue mancanze e le sue assurde decisioni nel gestire questo “hobby”. E a dire perché ha sempre frenato e boicottato qualsiasi possibilità di fare calcio come si fa da qualsiasi parte del mondo! Soprattutto perché rifiuta di cedere se non vuole investire. Per una volta, sia la montagna che va da Maometto, non il contrario!
Essere Presidente di una squadra di calcio significa soprattutto assumersi delle responsabilità di persona. Così come sostenerla. Infatti i tifosi lo hanno sempre fatto.
Guarascio mai.