Cosenza, c’era una volta l’Amaco: “Posteraro e Ferraro hanno distrutto l’azienda nel silenzio di servi e guapp’i cartuni”

Questa lettera porta la data del 10 luglio 2021. Già allora la crisi dell’Amaco non solo era conclamata ma veniva urlata dai lavoratori, che chiedevano a gran voce la testa dei due colletti bianchi massomafiosi voluti dagli Occhiuto: Paolo Posteraro ed Ernesto Ferraro. Come si dice a Cosenza, ara squagliata d’a nivi… con tutto quel che segue.

Lettera al sindaco
C’ERA UNA VOLTA L’AMACO…

C’era una volta l’Amaco, per intenderci l’era Cribari/Marcelli, che pur fra mille difficoltà riusciva ad offrire alla città un servizio decente.
C’era una struttura invidiata da tutti, ben curata e funzionale.
C’era un’officina che, tra alti e bassi, riusciva a gestire la manutenzione con meno di duecentomila euro annui.
C’era il rispetto tra Azienda e Sindacato, tra Dirigenti e Lavoratori.
C’era un dopolavoro, dove i dipendenti, oltre a socializzare, organizzavano partite a carte, tornei, gare di pesca, ciambelle per le vigilie, feste natalizie, le befane e tanto altro svago.
C’era la solidarietà tra i dipendenti con le sottoscrizioni volontarie a beneficio di quei colleghi colpiti da lutti o gravi malattie.
C’era il famoso 27, giorno di paga.
C’erano i buoni pasto, erogati mensilmente a chi ne aveva diritto.
C’era il rispetto dei contratti nazionali e aziendali.
C’erano insomma i doveri, ma anche e soprattutto i diritti dei lavoratori, in altre parole i lavoratori Amaco
riuscivano, senza fare spropositi, a portare avanti dignitosamente le loro famiglie.
Da qualche anno a questa parte con la nomina di Posteraro “Coca Cola”, la vita dei dipendenti Amaco è diventata un incubo.

Ha iniziato a distruggere il servizio, riducendolo ad oggi del 50%, e nessuno dei consiglieri comunali eccetto Bianca Rende e Francesco Luberto, hanno scritto o detto qualcosa, nemmeno l’assessore ai trasporti Damiano Covelli, servitore sciocco di Nicola Adamo, che non sa o fa finta di non sapere, che hanno tolto la linea 25 dalla sua Borgo Partenope. E nemmeno quel mezzo guapp’i cartuni di Giuseppe Mazzuca, arrassusia e mancu li cani… 

Dopo il servizio, sta distruggendo la struttura, basta venire in Amaco per accorgersi del degrado e dell’abbandono in cui versa l’Azienda, dove il piazzale sembra un cimitero di autobus, mentre quelli funzionanti sono sporchi e obsoleti, e la manutenzione ci costa seicentomila euro annui.

Inoltre, il grande manager Posteraro “Coca Cola” e il grande genio Ernesto Ferraro, oggi anche capo delle Ferrovie della Calabria, hanno distrutto l’impianto a metano per il rifornimento mezzi, costruito nell’era del sindaco Mancini, fiore all’occhiello della nostra azienda, pensando bene di trasferire il tutto presso le aziende private.
Signor sindaco, ci dica lei: questo è modo di trattare un’azienda pubblica, facendo arricchire i privati?

Aspettiamo il 2050 per mandarli tutti e due a casa? Che restino nelle Ferrovie della Calabria, dove continueranno il loro lavoro di distruzione, iniziato in Amaco. Non c’e più rispetto verso il sindacato e verso i lavoratori, non partecipa alle riunioni e delega i suoi dipendenti fedelissimi negandosi ad ogni confronto.

Il dopolavoro lo ha chiuso, i bene informati parlano di una discussione avuta dalla First lady con il gestore, da qui la vendetta, mai toccare la sua pupilla, lui pende dalle sue labbra.
Le sottoscrizioni volontarie sono state abolite, i contratti nazionali messi sotto i piedi e i contratti aziendali non rispettati.

L’Amaco è l’unica Municipalizzata in Italia ad aver messo il personale in cassa integrazione nel periodo marzo/giugno 2022 per la guerra in Ucraina… siamo al ridicolo.
Inoltre, tutto il personale vanta crediti per gli anni 2020/2021/2022 per oltre 3000 euro, oltre a 14 mesi di buoni pasto e una quota del contratto Nazionale, che doveva essere erogato a dicembre 2021.

Sta distruggendo la dignità dei lavoratori, alcuni di loro si sono trovati zero euro nelle buste paghe di aprile, maggio e giugno, sono alla disperazione, e mentre il personale non sa come arrivare a fine mese, lui viene ad umiliarci in Azienda a bordo di Maserati e Porsche.
La sua ultima trovata è la revoca del contratto integrativo che vuole azzerare, qualche cattiva lingua dice che servono i soldi per anticipare il pensionamento di alcuni amici degli amici, tra questi il fratello dell’ex assessore ai trasporti, oggi consigliere di minoranza (Leonardo Spataro), servono circa ottantamila euro solo per lui, per gli altri due o tre capetti ne basterebbero meno di quarantamila, ed altri venticinquemila per il contratto-quadro dei suoi fedelissimi, perché non farli pagare ai lavoratori?

Per tutto questo, abbiamo deciso di cambiargli il nome, non più Pinocchio, che ormai è conosciuto in tutta la Calabria e neanche “Coca Cola”, ma Dracula il vampiro, succhiasangue della dignità e dei sacrifici dei lavoratori Amaco.