Cosenza. Che fine farà ora Veronica Buffone?

Dopo il pesante flop elettorale — personale e del Movimento 5 Stelle in Calabria — Veronica Buffone avrà il coraggio di autodeterminarsi in una scelta di dignità, oppure aspetterà che Franz, costretto a sacrificare qualcuno per arginare le pressioni di Gigino ‘u gummista o se preferite Tic Tac, la sbatta fuori con disonore dalla giunta? E questa, già da sola, la dice lunga sulla considerazione che Franz ha sempre avuto di Veronica.

A Cosenza, la città dove fa l’assessore da tre anni, non è andata oltre i 600 voti, che corrispondono in gran parte a parenti, amici, conoscenti e a qualche associazione a cui si è dedicata. Una bocciatura sonora e inequivocabile da parte dei cosentini alla sua mai pervenuta azione da assessore alle Politiche sociali. Distante anni luce dai problemi di chi in città vive il disagio economico, abitativo, sanitario e sociale; indifferente alle richieste d’aiuto, sorda all’ascolto, assente perfino alla presenza, Buffone ha sempre evitato i cittadini che invano l’hanno cercata nel suo ufficio. Ha permesso a palazzinari e intrallazzini di speculare sul disagio di tanti cosentini, costringendo famiglie a vivere in tuguri a prezzi fuori mercato, pur di non disturbare i soliti “intoccabili” del mattone.
Ha lasciato che soggetti estranei al Comune gestissero alloggi popolari e assegnazioni, trasformando il diritto alla casa in un affare da maneggiare sottobanco.
In sostanza, ha fatto esattamente ciò che le avevano chiesto di fare per restare assessore: voltarsi dall’altra parte, limitandosi a tagliare nastri e presenziare a convegni.

Chi ha avuto a che fare con lei per bisogno o necessità lo sa bene: non ha mai risolto un solo problema. Neanche uno. Infatti, nonostante le sollecitazioni, in campagna elettorale non ha detto una sola parola per riassumere il suo operato da assessore: semplicemente perchè non c’era nulla da riassumere. Si è limitata a scodinzolare dietro Conte e Tridico, a postare selfie sui social, come se bastasse un filtro Instagram a cancellare tre anni di nulla. E il confronto con l’assessore De Cicco, che a Cosenza è quasi arrivato a 4.000 voti, parla da solo: i cittadini hanno premiato chi ha ascoltato, è stato presente, ha agito. E hanno bocciato chi, come Veronica, non ha dedicato neanche un minuto a risolvere un solo vero problema sociale in una città che di problemi ne ha fin troppi.

A furia di voltarsi dall’altra parte, Veronica Buffone ha finito per non vedere neanche la sua fine politica arrivare. Finirà che sarà Franz a cacciarla via, come si fa con chi ha smesso di essere funzionale agli equilibri interni di Palazzo dei Bruzi. Di lei Franz non ha più bisogno: il suo peso politico, come quello del Movimento in città, non determina più nulla. E poi c’è Madame Fifì da sistemare, e l’unica cosa che Veronica potrà fare — stavolta davvero — sarà lasciare il posto libero. E non per dignità ma perché quando il maggiore c’è… il minore cessa. E non c’è dubbio che l’ultima parola… è proprio riferita a lei.