Cosenza, che pena Gentiloni: padre dei giornali di partito e “comunista” da salotto

Prima Minniti, adesso Gentiloni… Continua la sfilata degli impresentabili a Cosenza. Vengono a presentare i loro libri illeggibili, finanziati dalla feccia dei servizi segreti e della massoneria deviata e ovviamente trovano terreno fertile nella città dei Bruzi, dove si annida il peggio di questo schifo. Ieri sera è stato veramente un delirio al ridotto del Teatro Rendano ascoltare le assurdità di questo vecchio arnese della politica, che ancora si crede una “mente” e crede di poter prendere in giro la gente accoppiandosi a soggetti come “Attilio Fede” o “Mimmo Chiò Chiò” o – udite udite – la rediviva Annarosa Macrì, giornalista del nulla (nella migliore delle ipotesi): siamo davvero alla follia!

Paolo Gentiloni è un uomo del Sistema da sempre: già non aveva nessun titolo per la carica di ministro degli Esteri, figurarsi dopo quando ha fatto addirittura il premier e adesso che vorrebbe persino ritagliarsi uno spazio da “intellettuale” di un par de palle… Ha salvato Rete 4 (a proposito di “Fede”) quando era ministro delle Comunicazioni. Chiamò al telefono Confalonieri e si fece spiegare per bene come fare per porre la deroga ai termini del digitale terrestre. E Berlusconi fu accontentato. E’ l’uomo dei finanziamenti fiume alla stampa, il padre dei giornali di partito.

Ha provato più volte a tappare la bocca alla rete per le grazie del suo padrone, Rutelli, di cui era addetto stampa al Comune di Roma. Che negli anni gli ha “prestato” anche il nome quando c’era da compiere sporchi affari, come la legge Levi-Prodi, scritta sotto dettatura di Berlusconi e De Benedetti. Paolo il freddo non la lesse, come lui stesso ammise.

Poi c’è stato lo scandalo delle licenze WiMax, altra vecchia storia per i soliti favoritismi. Gentiloni oggi è il corresponsabile del potere mediatico che per decenni si è divorato il nostro Paese. E’ stato (e forse ancora è) l’usato sicuro di Matteo Renzi, il suo uomo Rai, il fido perfetto. Era importante piazzarlo, non importava dove, tanto che ha fatto addirittura il presidente del Consiglio e ha messo la fiducia sulla legge elettorale facendo peggio di Mussolini (!), ma serviva piazzarlo. Anche per tenere in piedi il patto del Nazareno. Gentiloni è l’uomo perfetto, emblema di un Paese morto e senza speranze: conte e nobile di famiglia, milionario da sempre, comunista da salotto e pseudo-giornalista, esattamente come i tanti “Attili Fede” di cui è disseminata la nostra povera Italia. Ed è liberatorio poter scrivere la verità su questo inconsapevole pagliaccio (con tutto il massimo rispetto per chi lo fa per professione).