Cosenza. Città unica, il Tar boccia i ricorsi: il referendum-farsa si farà. Esultano i papponi

“La scelta operata dalla Regione di indire il referendum, consultando le popolazioni dei Comuni interessati dal progetto di fusione, appare prima facie rispettosa del richiamato regime giuridico di matrice costituzionale, ordinaria e regionale e la fissazione della consultazione referendaria alla data dell’1.12.2024 sembra inoltre conforme alle disposizioni di cui all’art. 41 L.R. n. 13/1983″: sono due delle argomentazioni con cui il Tar della Calabria ha respinto i quattro ricorsi presentati nei giorni scorsi contro la Regione Calabria che ha fissato a domenica 1° dicembre il referendum-farsa per la fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero. I ricorsi erano stati presentati dai comuni di Cosenza e di Castrolibero e da due comitati spontanei di cittadini, uno di Cosenza e uno di Rende. Esultano i papponi bipartisan della malapolitica unita – da Forza Italia al Pd – che stanno facendo (è proprio il caso di dirlo) carte false per arrivare all’obiettivo. Evidentemente hanno messo in moto le “carte” giuste anche per il Tar, del resto da sempre squallido simbolo del potere della malapolitica nel settore giudiziario. Tra i primi a cantare vittoria – e non poteva certo essere un caso – Mario Occhiuto, candidato in pectore del centrodestra a sindaco della città unica, ma anche Simona Loizzo, che spera di fare la… vicesindaca.

La sentenza del Tar in ogni caso farà discutere dal momento che quasi certamente ci sarà un merito che rinvierà alla Consulta la trattazione di legittimità nel mentre però quasi mezzo milione di risorse pubbliche saranno state spese per il referendum del primo dicembre. Del resto, è lo stesso Tar che osserva che “nella ponderazione comparativa tra gli interessi dedotti in giudizio, quello allo svolgimento del referendum è da considerarsi preminente e ciò in quanto il medesimo referendum postula in ogni caso una consultazione diretta delle popolazioni interessate, l’esito dello stesso non ha contenuto vincolante e comunque il relativo risultato sarebbe travolto in sede giurisdizionale, ove nell’approfondimento proprio della fase di merito dovesse emergere la fondatezza dei rilievi di parte ricorrente e la conseguente illegittima scelta della Regione“.

Un referendum che non sarà neanche vincolante, dunque, e potrebbe essere “travolto” come ammette persino il Tar ma servirà soltanto ai papponi di cui sopra per “legittimare” con i voti di massomafiosi, clientes, parentes, amanti, nani, ballerine e chi più ne ha più ne metta il loro schifoso potere. Ma la stragrande maggioranza dei cittadini non andrà neanche a votare proprio per dimostrare la sua netta distanza da questi metodi da basso impero.