Cosenza corrotta, che fine ha fatto Cirò?

Viene da chiedersi: che fine ha fatto Cirò? O meglio: che fine ha fatto la denuncia presentata dal sindaco sulle ruberie di Cirò?

Mah, sarà finita nello stesso cassetto dove sono finite le inchieste su Potestio, Cucunato, Pecoraro, Occhiuto e piazza Fera/Bilotti. Il famoso cassetto lasciato in eredità da Granieri a Spagnuolo. Un cassetto che inghiotte tutto e che nessuno può aprire. Solo i Fratelli possono farlo quando e come piace a loro.

Voglio farvi notare ancora una volta il metodo che usa la procura nel perseguire il malaffare, ma questa volta senza citare noi come “parametro” di riferimento.

Tutti siete a conoscenza della grave vicenda giudiziaria che si è aperta nei confronti dell’avvocato Giorgio Santoro, accusato dalla Guardia di Finanza di essere un evasore totale.

Ebbene, alla procura sono bastati 3 giorni per istruire la sua richiesta di rinvio a giudizio. Dico tre giorni dal deposito della documentazione al procuratore, da parte della Guardia di Finanza. In men che non si dica tutto è pronto.

Questa celerità, come avrete capito, è data dal fatto che i fratelli massoni che hanno fattu u piedi u pedi i gaddru al Santoro, hanno preteso dal tribunale una corsia privilegiata.

E siccome Santoro è nemico dei fratelli che contano, subito il tribunale si è attivato. La richiesta dei fratelli al tribunale è stata quella di “viaggiare spediti”: è importante dare subito una lezione a Santoro per far capire a tutti chi comanda, senza però troppo infierire. Si tratta sempre di un “fratello che ha sbagliato” e che va rimesso sulla giusta via. Mentre la “pratica Cirò” può anche aspettare 30 anni.

Certo è che la denuncia di Occhiuto contro Cirò parla chiaro, oltre ad essere ampiamente documentata con tanto di atti provenienti dall’Economato comunale, e dice che il furto di oltre 50.000 euro è avvenuto. Cioè: i soldi sono spariti e apparsi nelle tasche di Cirò. Il reato è stato commesso. E’ avvenuto.

Chiedo: com’è possibile che di fronte a prove così certe – come quelle spiattellate da Occhiuto e riprese dal pm Cozzolino che ipotizza, dopo aver letto bene le carte, addirittura un danno maggiore ai 50.000 euro già accertati – Cirò non è stato ancora neanche sentito dalla procura, mentre per Santoro in soli tre giorni si è arrivati alla richiesta di rinvio a giudizio?

Dunque, Cirò dopo essersi impossessato di denaro pubblico, e dopo che la procura, attraverso una dettagliata denuncia, ha verificato l’avvenuto reato, se ne va in giro a comprarsi ristoranti e attici, tra una passeggiata e l’altra con il suo cane, senza che nessuno dica niente, e tutto questo per la giurisprudenza locale è normale.

A tutti voi l’ardua sentenza. Perchè se aspettiamo il giudice stiamo freschi!

GdD