Fra’ Gaudenzio, al secolo Roberto Occhiuto, deve aver per forza fumato qualcosa, ma qualcosa di veramente stupefacente, e ciò lo si deduce dagli argomenti esposti durante la conferenza stampa di oggi in sala stampa alla Camera dei deputati, insieme a Jolanda l’educanda.
Dopo la batosta della procura di Cosenza che mette nero su bianco la principale attività di Mario Occhiuto ovvero quella di bancarottiere e truffatore, il duo Santelli/Occhiuto tenta con una conferenza stampa surreale di sviare l’attenzione dell’opinione pubblica dall’argomento principale che in questi giorni ha coinvolto tutta la Calabria: le inchieste che coinvolgono in prima persona Mario Occhiuto: truffe, associazione a delinquere, voto di scambio, bancarotta, frode.
A discolpa del fratello, dice Fra’ Gaudenzio, ai due giornalisti (pagati dalla Santelli) “accorsi” in sala stampa: “Contro il sindaco di Cosenza c’è qualcuno dello stato che gioca fare il poliziotto, investigando impropriamente su vicende di corruzione, frodi e bancarotte che lo riguardano”. Il politico in questione è, dice Roberto Occhiuto, il senatore, nonché presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra. Senza mai pronunciare una sola parola sui capi di imputazione che riguardano il fratello e i tanti procedimenti penali che lo riguardano – come se tutto ciò per Roberto Occhiuto non esistesse – raccontano la storia di un incontro tra Morra, Giuseppe Cirò, ex capo della segreteria del sindaco Occhiuto accusato dallo stesso di aver sottratto illecitamente 80mila euro dall’economato comunale per finte missioni istituzionali, l’ingegnere Gustavo Coscarelli e un Ctu della procura, avvenuto a casa del senatore il 15 febbraio del 2018.
L’oggetto dell’incontro è “le cantate di Cirò”. L’ex segretario racconta al senatore Morra il “Sistema Cosenza”, e come avveniva il ladrocinio sistematico delle casse comunali. Racconta tutto Cirò al senatore, come già vi abbiamo notiziato, compreso l’accusa che lo riguarda e dice: “ero io a prendere i soldi all’economato, ma li consegnavo sistematicamente al sindaco Occhiuto, che li utilizzava per i suoi viaggi, quasi ogni fine settimana, a Roma”.
Dice Fra’ Gaudenzio: Morra durante l’incontro si premura di registrare tutto su un Dvd-rom che consegna dopo 5 giorni ad un maresciallo della Finanza. Dvd che arriva, dopo, sulla scrivania della dottoressa Manzini.
Ovviamente Roberto Occhiuto si guarda bene dal dire che dopo l’interrogatorio reso da Cirò alla Manzini, e i numerosi riscontri presentati, Occhiuto finisce con l’essere iscritto anch’esso nel registro degli indagati.
Bene, cosa c’è di strano in tutto questo non si capisce. Morra ha raccolto la dichiarazione di un cittadino che ha avuto a che fare in prima persona con il sindaco Occhiuto ed è stato testimone oculare di tutti i reati, compreso quello di voto di scambio, che ha commesso Occhiuto. E da buon cittadino/senatore, ha portato tutto nei luoghi deputati: procura e polizia giudiziaria.
Quello che non convince Jolanda e Fra’ Gaudenzio, e che li fa gridare allo scandalo, sempre senza mai pronunciare una sola parola sulle schifezze commesse da quel delinquente del sindaco di Cosenza, è la tempistica usata da Morra.
Dice Jolanda: come mai Morra aspetta 5 giorni per presentare il Dvd in procura e ai finanzieri (l’incontro avviene il 15 febbraio del 2018 e la denuncia è datata 20 febbraio 2018)?
La risposta arriva da Roberto Occhiuto: perché doveva aspettare che in servizio ci fosse la Manzini, con la quale complotta contro mio fratello, e che guarda il caso è finita insieme al maresciallo della finanza a fare la consulente per il senatore Morra.
La verità, quando si tratta degli Occhiuto, come sempre sta tutta da un’altra parte: Morra consegna il Dvd 5 giorni dopo per evitare di consegnarlo nelle mani di pm corrotti al servizio, come sanno tutti, degli Occhiuto/Santelli, quali il Pm Cozzolino.
Pm che Jolanda e Fra’ Gaudenzio dimenticano di citare così come si scordano di dire che era uso per l’ex capogabinetto Carmine Potestio andarci a cena insieme al presidente del consiglio Comunale proprio nel mentre la Manzini preparava il blitz sugli appalti spezzatino. Questo ovviamente per Roberto Occhiuto non vale, perché come hanno imparato a dire, l’espressione che secondo loro motiva e giustifica il reato commesso: è una storia vecchia.