Cosenza, danno erariale per 3,5 milioni: ecco chi sono i dirigenti Asp sotto inchiesta

Un danno erariale per oltre 3,5 milioni di euro è stato contestato dai finanzieri del Comando di Cosenza, che hanno agito su delega della Procura della Corte dei Conti della Calabria, a 4 dirigenti dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Ai tre lo scorso gennaio erano stati notificati altrettanti “atti di costituzione in mora” con inviti a dedurre.

La notizia è ormai di qualche giorno fa ed è stata diffusa dai soliti media di regime cosentini, che con assoluta nonchalance hanno pensato bene di riportare i reati contestati ai signori dirigenti ma non i loro nomi, con il solito tacito accordo per evitare ai loro “fratelli di loggia” l’ennesimo sputtanamento.

Già, ma di chi si tratta? Noi non possiamo saperlo con certezza ma da quello che si intuisce si tratta degli ultimi tre direttori generali effettivi di quella immensa “banda del buco” che è l’Asp di Cosenza e del capo dell’ufficio legale, vero e proprio pozzo senza fondo della sanità cosentina. Di conseguenza: Gianfranco Scarpelli, alias Mozzarellone o il re di piazza Scarpelli, vecchio arnese dei Cinghiali transitato anche per qualche tempo alla guida dell’Asp oltre che del Dipartimento Materno-Infantile dell’ospedale dell’Annunziata; Gianfranco Filippelli, oncologo, anche lui di stretta osservanza cinghialesca, meglio conosciuto come “mister 100 euro” per il costo delle sue visite rigorosamente “a nero” ai malati terminali di tumore nel suo feudo di Paola, che ha preso il posto di Scarpelli nel 2015; Raffaele Mauro, alias Faccia di Plastica, il primo direttore generale delle Asp di tutto il mondo affetto da “depressione cronica”, perfetto zerbino in mano a tutti i delinquenti della politica cosentina per tre lunghi anni e protagonista dell’ultimo bilancio falso come i soldi del Monopoli eppure approvato con una faccia di culo da tramandare ai posteri; e Giovanni Lauricella, fino a pochi mesi fa capo dell’ufficio legale dell’Asp che ha consentito ai boss della sanità privata di appropriarsi di centinaia di milioni senza colpo ferire grazie ad una lobby di avvocati famelica e vergognosa.

L’attività d’indagine, condotta dalla Guardia di finanza, con il coordinamento del Procuratore regionale Giovanni Di Pietro, è stata finalizzata alla ricostruzione delle diverse fasi di due accordi transattivi, stipulati nel 2014 e nel 2016, tra l’Asp cosentina e una società di factoring. Con il primo accordo, a fronte di crediti dichiarati dall’Asp quali “certi, liquidi, esigibili ed esecutivi” per un importo di poco inferiore a 47 milioni di euro, la società di factoring aveva accettato di applicare un abbattimento del 40% sugli interessi maturati e di rinunciare a quelli maturandi, impegnandosi, altresì, a non pretendere altre somme a qualunque titolo e/o causa e/o ragione.

Dopo aver provveduto a corrispondere la quasi totalità degli importi dovuti (residuando oramai il 3,33% della quota capitale oggetto di transazione), l’Azienda interrompeva i pagamenti nei confronti della società di factoring in quanto accertava che, in realtà, una parte dei crediti vantati da tale ultima società non erano “certi, liquidi ed esigibili”, come precedentemente valutato al momento di stipula dell’accordo transattivo. A seguito di ciò, la società creditrice provvedeva a richiedere l’intera quota degli interessi originariamente vantati, vanificando i risparmi derivanti dalla transazione. Successivamente, le parti stipulavano un secondo atto transattivo, in cui si conveniva che l’Ente pubblico avrebbe provveduto al pagamento di ulteriori somme a titolo di interessi, per oltre 2 milioni di euro. Tale importo, sommato ad altri 1,5 milioni di euro (sempre a titolo di interessi) è stato ritenuto danno erariale. E ci mancava pure…