Mentre le forze dell’ordine proseguono le ricerche di Amadou Collbaly, il detenuto nordafricano ventenne evaso stamattina dal carcere di Cosenza, iniziano inevitabilmente le polemiche sulle modalità dell’evasione e sulla cronica emergenza nelle carceri. Come ci hanno raccontato alcuni testimoni, il ragazzo è riuscito ad eludere la sorveglianza della polizia penitenziaria, scappando prima attraverso il deposito degli attrezzi, poi arrampicandosi sulla tettoia e infine infilandosi in una delle vetrate inclinate del muro di cinta, favorito dal fatto che ne mancasse totalmente una. I sindacati della polizia penitenziaria non ci stanno e denunciano la criticità delle condizioni nelle quali sono costretti a lavorare.
“L’evasione del nordafricano la dice lunga sulle condizioni di emergenza nelle carceri – ha detto all’Adnkronos Gennarino De Fazio Segretario Nazionale Uilpa Polizia Penitenziaria – e su un governo che non affronta questa emergenza. Le carceri vivono un sovraffollamento cronico con un organico di agenti penitenziari insufficiente e con aggressioni di agenti quotidiane e disordini. E lo Stato non interviene di fronte a questa situazione di estrema emergenza, anzi introduce misure più rigide che le strutture non sono in grado di reggere”.